I sette dipendenti della compagnia di navigazione "Tirrenia", arrestati oggi dai Carabinieri della compagnia Napoli Centro, sono ritenuti responsabili di associazione per delinquere e di truffa e violenza privata. Ai sette, tutti addetti alla cambusa, rintracciati in varie località d'Italia, i militari dell'Arma hanno notificato un'ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari emessa dal Gip di Napoli. Nel corso di un'indagine coordinata della Procura della Repubblica partenopea i militari dell'Arma hanno individuato il ruolo di ognuno degli indagati che richiedevano alla "Eurocatering Tirrenia spa", l'azienda incaricata dell'approvvigionamento e gestione delle vivande e dei pasti a bordo delle navi, quantitativi di alimenti di gran lunga superiori rispetto al necessario per poi costringere con minacce i fornitori della società a consegnare partite inferiori rispetto a quelle ordinate, facendosi versare somme di denaro non dovute (tot euro a chilo di prodotto ordinato ma non fatto consegnare).

LE ORDINANZE - Le ordinanze sono state eseguite dai carabinieri a Napoli, Torre del Greco, Palermo, Olbia e Civitavecchia. Gli arresti domiciliari sono stati disposti nei confronti di Giuseppe Fazio, 54 anni, Salvatore Lo Forte, 53, Rosario Lo Cascio, 55, Alfonso Mamone, 61, Stefano Sarcone, 56, Giovanni Sorrentino, 52, e Ciro Stasi, 58. L'indagine dei carabinieri della compagnia Centro, coordinata dal procuratore aggiunto Fausto Zuccarelli e dal pm Vincenzo Piscitelli, ha accertato che i cambusieri avevano chiesto alla Eurocatering Tirrenia Spa. azienda collegata alla compagnia di navigazione e incaricata dell'approvvigionamento delle vivande a bordo delle navi, quantitativi di alimenti di gran lunga superiori rispetto al necessario. Nell'imminenza della consegna avrebbero costretto i fornitori a consegnare quantità inferiori di prodotti, in totale circa 30 tonnellate in meno rispetto a quelli ordinati e fatturati. La Eurocatering avrebbe pagato ai fornitori fatture per l'intero ordinativo. Alcuni fornitori sarebbero stati minacciati perché non rivelassero il sistema della truffa. L'indagine è stata avviata in seguito alla denuncia di uno dei fornitori che era stato costretto a versare ai cambusieri circa 15mila euro. Le indagini - sottolinea la procura - proseguono per accertare eventuali illeciti anche in altri contratti di forniture.
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