Lo sport come occasione di riscatto e di rivincita.

E' quello che è stato per Simone Moi, 12 anni, residente a Tarquinia (Viterbo) ma originario di Settimo San Pietro da parte dei nonni paterni. Ipovedente per un tumore da quando aveva sei anni, ma grande sportivo, c'è anche lui tra i 28 giovanissimi nominati Alfieri della Repubblica dal presidente Sergio Mattarella "per l'impegno e le azioni coraggiose e solidali" e per rappresentare "il futuro e la speranza in un anno che rimarrà nella storia per i tragici eventi legati alla pandemia".

Anche Simone, nel suo piccolo, è un eroe: "Si è distinto come testimonial dell’inclusione e della pratica sportiva come occasione di crescita personale e collettiva - si legge nella motivazione con cui il Quirinale gli ha assegnato il riconoscimento -. Proprio dalla sua passione per l’equitazione trae spunti ed esperienze che gli permettono di sensibilizzare i coetanei sulle tematiche della disabilità".

Lo sport per Simone è sempre stato fonte di gioia. Anche prima che accadesse tutto. Praticava tennis finché, all'età di sei anni, a lui e alla sua famiglia è piombata addosso la terribile notizia: tumore al cervello. Operato d'urgenza al Bambin Gesù in craniotomia, Simone ha subito un danno da compressione che ha leso i suoi nervi ottici, rendendolo cieco ventesimista. Nonostante questo non si è arreso, anzi: "Ha riversato sullo sport tutta la sua voglia di vivere", racconta papà Fabio.

In che modo?

"Quando ha dovuto abbandonare il tennis, Simone ha iniziato a praticare karate e kayak. Ha fatto anche sci nautico con il campione mondiale paralimpico Daniele Cassioli. E ora si è innamorato dei cavalli".

Una passione di famiglia?

"Assolutamente, nessuno di noi pratica molto sport. Ma anche considerando la gravità della situazione, lo abbiamo sempre appoggiato. Volevamo che si rendesse il più autonomo possibile, e così è stato. Tra stimoli e motivazioni, le sue attività gli sono di grande aiuto. E' bello vedere come affronta i problemi nonostante le grandi difficoltà. Per lui è un'occasione di riscatto".

Simone è stato premiato anche perché "sensibilizza i suoi coetanei sui temi della diversità". Come?

"Attraverso l'associazione di cui è testimonial, SuperAbile, gira molti istituti portando la sua esperienza. Il racconto è apparentemente semplice: l'amore per la famiglia, la quotidianità, le sue passioni. Tutto quello che lo ha salvato dopo quell'anno terribile".

Quando avete avuto la notizia del premio?

"Ieri pomeriggio, è stata una grande sorpresa. La candidatura era stata inviata tempo fa dal presidente dell'associazione SuperAbile, Alfredo Boldorini. Ora la bellissima risposta".

Incontrerà il presidente Mattarella?

"Questo ancora non ce l'hanno detto ma sarebbe bello. Lui intanto è entusiasta".
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