Si sgonfia il caso Bibbiano, cadono quasi tutte le accuse: «Ora sappiamo che non rubavano bimbi»
La sentenza del processo “Angeli e Demoni”: tre condanne con pena sospesa, poi una raffica di assoluzioni e prescrizioniPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Cadono quasi tutte le accuse nella sentenza del processo “Angeli e Demoni” sul presunto sistema di affidi illeciti. Il caso Bibbiano si riduce, nella decisione dei giudici del tribunale collegiale di Reggio Emilia, a tre condanne con pena sospesa: due anni a Federica Anghinolfi (per due capi di imputazione), ex responsabile dei Servizi sociali della Val d'Enza, un anno e otto mesi all'assistente sociale Francesco Monopoli, cinque mesi a Flaviana Murru, neuropsichiatra. Per il resto, i giudici hanno pronunciato assoluzioni per i 14 imputati con alcuni proscioglimenti per prescrizione.
La Procura di Reggio Emilia aveva chiesto condanne fino a 15 anni per oltre 100 capi di imputazioni ma le uniche pene decise dal tribunale collegiale riguardano tre distinti episodi di falso in atto pubblico (due contestati a Federica Anghinolfi, uno a Francesco Monopoli) e un'accusa di rivelazione di segreti inerenti a un procedimento penale per la neuropsichiatra Flaviana Murru. In particolare per Anghinolfi, considerata dalla Procura reggiana la figura chiave del “sistema”, i falsi erano su una causale relativa ad un rimborso e un altro sulle spese di bilancio, mentre per Monopoli, assistente sociale, su una relazione chiesta dal tribunale civile per decisioni da prendere su un minore.
«Oggi sappiamo che non esistono demoni contrapposti agli angeli, che la nostra assistita non è una 'ladra di bambini' e che non ha mai agito per interessi diversi da quello superiore della tutela dei minori –commentano i difensori di Federica Anghinolfi, gli avvocati Oliviero Mazza e Rossella Ognibene – Questa verità giudiziale ci ripaga degli sforzi compiuti, ma non cancella la distruzione mediatica dell'immagine della nostra assistita né i danni irreparabili e incalcolabili provocati al sistema della tutela dei minori».
(Unioneonline)