Una ragazza di origine cinese si innamora di un giovane pakistano e lo comunica alla sua famiglia. E’ l’inizio di un incubo.

La giovane è stata infatti sequestrata in casa dal padre, che le ha sottratto il cellulare, tenendola segregata, con la complicità della moglie, per due settimane.

Alla fine la giovane – che in questo modo i genitori volevano costringere a cambiare idea e a lasciar perdere il “partito sgradito” – è riuscita a impossessarsi dello smartphone della madre e a contattare il 112.

La vicenda è andata in scena ad Asola, in provincia di Mantova.

I carabinieri, giunti sul posto, hanno trovato la porta dell’abitazione sbarrata, ma la ragazza – 20 anni – è riuscita a farsi vedere dalla finestra, attirando la loro attenzione. A quel punto i militari sono intervenuti e l’hanno liberata. 

Una volta in caserma la giovane ha raccontato del sequestro, delle violenze e dello sfruttamento. Lavorava infatti senza prendere nessuno stipendio nell'azienda tessile di famiglia dove era occupato (e sfruttato con paga bassissima e orari lunghissimi) anche il giovane pachistano, poi lasciato a casa immediatamente appena il padre della giovane ha saputo del loro amore.

Alla fine il padre è stato arrestato con altre due persone, con l’accusa di sequestro di persona, a sfruttamento del lavoro, a violenza privata e maltrattamenti in famiglia. 

(Unioneonline/l.f.)

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