Scuola, il ministro Bianchi: “A gennaio si torna in presenza, con i focolai decidono le Regioni”
“I sindaci saranno liberi di disporre chiusure isolate”
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"Abbiamo assunto la responsabilità di tornare in presenza, questa è la chiave di volta di questo governo", e dopo le vacanze "si torna in presenza. Ci vuole la responsabilità di tutti, ma questo è il nostro obiettivo e questo faremo". Così il ministro dell'Istruzione, Patrizio Bianchi, ospite di SkyTg24.
Bianchi ha ricordato che "laddove ci sono condizioni straordinarie, con focolai isolati, i presidenti di regione e sindaci possono disporre chiusure isolate, non diffuse, e allo scopo di verificare lo stato in quel cluster”. “Ma la nostra indicazione è che si torna in presenza”, ha tenuto a precisare.
Proprio in mattinata è arrivato l’allarme dei presidi, che per voce del presidente dell’Associazione nazionale (Anp), Antonello Giannelli, chiedono che “le competenti autorità sanitarie riconsiderino l'utilizzo a scuola delle mascherine Ffp2”.
"Mi è ben chiaro che in passato il Cts ne aveva sconsigliato l'uso generalizzato – precisa Giannelli – ma le peculiarità della nuova variante Omicron potrebbero modificare tale valutazione".
"I ragazzi che utilizzano mezzi pubblici e dedicati – chiarisce ancora Giannelli – già dovranno indossarle per raggiungere le scuole. I numeri dei contagiati di quest'ultime ore ci dicono che la fascia dei più piccoli è ancora quella più colpita, probabilmente perché tra loro i vaccinati sono ancora troppo pochi".
GLI SCREENING – "Crediamo" che le scuole "vadano tutelate come presidio fondamentale del nostro Paese e un rafforzamento dello screening soprattutto nella fase di rientro sarà indispensabile per creare condizioni di maggiore sicurezza" aveva detto nei giorni scorsi il ministro della Salute, Roberto Speranza.
E per garantire l'attività di screening scenderà in campo anche la sanità militare. Per "assicurare l'individuazione e il tracciamento dei casi postivi nelle scuole", ha precisato Speranza, il ministero della Difesa "assicura il supporto a regioni e province autonome nello svolgimento delle attività di somministrazione di test" per la ricerca del Covid e nelle operazioni di "analisi e di refertazione attraverso i laboratori militari" presenti sul territorio.
È prevista una spesa di 9 milioni "per incrementare le capacità diagnostiche dei laboratori militari e garantire il corretto espletamento delle attività".
(Unioneonline/v.l.)