L'imprenditore ed editore Francesco Gaetano Caltagirone, il presidente di Luxottica Francesco Milleri e l'ad del Monte dei Paschi di Siena, Luigi Lovaglio, sono indagati per l'operazione che ha portato Mediobanca sotto il controllo dell'istituto senese, risorto dalle ceneri della crisi degli anni passati.

Erano stati iscritti mesi fa, quando già prima dell'estate erano uscite notizie sulle indagini sul nuovo "risiko bancario", ma ieri, con una serie di perquisizioni e acquisizioni di documenti su più fronti e che sono andate avanti per tutto il giorno, è venuto fuori, ed a Borsa ancora aperta, che la Procura di Milano indagava su di loro per aggiotaggio e ostacolo alle autorità di vigilanza.

Iscritti anche il Gruppo Caltagirone e la holding Delfin di Luxottica per la legge sulla responsabilità amministrativa degli enti. Tutti indagati in un'inchiesta che vede al centro un presunto accordo e una serie di irregolarità in relazione all'offerta pubblica di scambio che ha portato la banca di Siena ad acquisire la maggioranza di piazzetta Cuccia. Una nota è arrivata subito da Mps per informare "di aver ricevuto la notifica" di un "decreto di perquisizione" e che un avviso di garanzia è arrivato "al dottor Luigi Lovaglio in qualità di amministratore delegato". La banca confida «di poter fornire tutti gli elementi a chiarimento della correttezza del proprio operato e manifesta piena fiducia nelle Autorità competenti, a cui conferma completa collaborazione».

Fiducia nei magistrati e piena collaborazione con chi indaga anche da parte del Gruppo Caltagirone che in una nota sottolinea «l'assoluta correttezza dell'operato dei suoi esponenti che hanno costantemente agito nel rispetto delle regole che governano il mercato, rapportandosi trasparentemente con tutte le Autorità di vigilanza».

Nessuna comunicazione ufficiale dalla Procura al momento, così come da Consob. Mentre il titolo Mps a Piazza Affari ha ceduto il 4,56%.

Secondo le indagini del Nucleo speciale di polizia valutaria della Gdf, coordinate dall'aggiunto Roberto Pellicano e dai pm Luca Gaglio e Giovanni Polizzi, i tre indagati avrebbero concordato in modo irregolare, con accordi non dichiarati e nascosti al mercato, la scalata a Mediobanca, avvenuta tra gennaio e ottobre. Da qui le accuse di manipolazione del mercato e di ostacolo alle autorità di vigilanza di Consob, Bce e Ivass, che vigila sul mondo delle assicurazioni.

(Unioneonline)

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