Rivolta in carcere a Sollicciano, i detenuti appiccano le fiamme
Coinvolti in ottanta, a far esplodere la protesta il suicidio di un ventennePer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Un carcere descritto già da più addetti come "una polveriera" per le condizioni di vita dei reclusi a causa degli annosi problemi della struttura, tra cimici nelle celle e recentemente anche la mancanza di acqua. Una situazione al limite, che ha portato anche a un esposto da parte di una cinquantina di detenuti.
E che ieri, con la morte per suicidio di un giovane detenuto, un ventenne tunisino, ha fatto scatenare a Sollicciano la protesta proseguita fino a tarda sera.
Due le sezioni della giudiziaria coinvolte, un’ottantina di reclusi (in totale sono 560 circa) coinvolti che hanno appiccato il fuoco. Fiamme poi spente dai vigili del fuoco riusciti alla fine a entrare in sicurezza.
Nel frattempo c'è anche da rintracciare un detenuto: salito sul tetto durante la protesta non sarebbe stato più visto, facendo scattare le ricerche nell'area del penitenziario.
A seguito della protesta la prefettura ha attivato il piano di sicurezza esterna al penitenziario mentre la direzione del carcere l'unità di crisi.
All'esterno del carcere sono stati fatti confluire polizia e carabinieri ed è stato allertato il 118 oltre ai vigili del fuoco. Nessun ferito segnalato, nè tra i detenuti nè tra la polizia penitenziaria.
Su quanto accaduto è intervenuta anche la sindaca Sara Funaro, esprimendo «grande dolore per la giovane vita spezzata oggi a Sollicciano, l'ennesima tragica morte in un istituto penitenziario. Da tempo denunciamo le drammatiche condizioni del carcere di Sollicciano: è necessario intervenire su una situazione che non può più essere ignorata dal governo, rispetto a un sistema che è ormai al collasso e a una struttura come quella di Sollicciano nella quale il contesto estremamente problematico porta al peggioramento delle condizioni di disagio».
(Unioneonline/v.l.)