Rischia la paralisi il carabiniere ferito nella rissa in chiesa. La lite scoppiata per i posti a sedere
La discussione è nata tra madre e padre (separati) di un bambino che doveva fare la prima comunione
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Rischia la paralisi il carabiniere ferito ieri nella violenta rissa che si è scatenata nella chiesa di Santa Maria degli Ammalati, frazione di Acireale, nel Catanese.
Il vice brigadiere dei carabinieri Sebastiano Giovanni Grasso, 43 anni, era libero dal servizio e stava partecipando alla comunione del figlio quando è intervenuto per aiutare i colleghi che stavano cercando di sedare una lite fuori dalla chiesa. Una discussione scoppiata per i posti a sedere, un pretesto tra famiglie già in lite: quella del padre di uno dei bambini che doveva fare la prima comunione e quella della madre (i due erano separati).
Ne sarebbero nati dei contrasti culminati con un primo "scontro” dentro la chiesa e col padre del ragazzo che sarebbe stato schiaffeggiato. Quando l'uomo è uscito dalla chiesa è scoppiata una nuova lite, poi scaturita in rissa: questa volta sarebbe stato il padre del ragazzo a colpire un ex familiare dopo essere stato insultato.
E’ in quel momento che il vice brigadiere Grasso è intervenuto per dare una mano ai due colleghi in divisa che stavano cercando di separare una decina di persone.
LO SPARO – A un tratto uno dei contendenti, il nonno paterno del bambino, ha aperto il fuoco con una pistola, colpendo il militare tra la gola e la testa.
Dopo alcuni momenti di grande tensione il 63enne ha deposto l'arma a terra e si è fatto ammanettare dai carabinieri, che lo hanno arrestato per tentato omicidio e porto illegale di arma da fuoco. La Procura ne ha disposto la detenzione cautelare in carcere.
Il proiettile ha invaso anche il canale midollare del sottoufficiale: i medici dell'ospedale Cannizzaro di Catania, dove il paziente è ricoverato in gravi condizioni, sottolineano che "non è in pericolo di vita", ma temono "eventuali esiti delle lesioni". Il rischio peggiore è quella di una paresi per i danni alla colonna cervicale.
LE REAZIONI – "Grasso - ha detto il comandante generale dell'Arma, Teo Luzi - è vittima dell'immane battaglia che i carabinieri, assieme alle altre forze di polizia, combattono per garantire sicurezza e serenità ai cittadini, con grande generosità ogni giorno sempre al servizio del Paese. Il valoroso vicebrigadiere paga con gravi conseguenze fisiche l'aver messo la sua vita al servizio delle Istituzioni e dei cittadini".
"Ha agito con grande senso del dovere, con l'abnegazione dei carabinieri – ha detto il procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro – era fuori servizio, ma non ha avuto esitazioni ad intervenire in aiuto dei suoi colleghi".
"Piena condanna per la brutale aggressione" è stata espressa dal ministro della Difesa Lorenzo Guerini, che ha rivolto "a Grasso, ai familiari e a tutti i carabinieri, che ogni giorno rischiano la propria vita al servizio dei cittadini, la vicinanza mia e di tutta la Difesa". Per il ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese, il gesto del vicebrigadiere testimonia "l'altruismo, la generosità e il coraggio delle donne e degli uomini delle Forze di polizia sempre disposti a mettere a rischio la loro incolumità per garantire la sicurezza dei cittadini".
(Unioneonline/D)