Rapine a Milano, i due aggressori: "Siamo stati noi ma non volevamo uccidere"
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"Sì, quelle rapine le abbiamo fatte noi, ma non volevamo uccidere. Non sapevamo neppure che quel ragazzo fosse morto".
Hanno confessato Abdenachemi Amass, 28 anni, e Saad Otmani, 30 anni, i due marocchini accusati di aver rapinato e accoltellato a morte tra giovedì e venerdì un 22enne bengalese in zona Stazione Centrale, a Milano, e ferito una studentessa nella stessa notte e con le stesse modalità.
"Erano sul nostro stesso autobus - ha raccontato un'amica che era con lei - e i due nordafricani hanno iniziato a molestarci. Quando siamo scese, ci hanno seguite".
Le telecamere di sorveglianza raccontano il resto: l'inseguimento, la rapina e il ferimento di una delle due. Poi appare Samsul Haque Swapan, sembra spaventato, forse ha visto tutto. I due rapinatori lo vedono, lo rincorrono fino a via Settembrini. Quel che accade lì lo si può solo immaginare.
Samsul viene colpito al petto con un punteruolo o un cacciavite. Poi gli aggressori gli sfilano il cellulare e scappano: il tutto è accaduto nel giro di pochi minuti.
Arrestati alle 10 di venerdì mentre facevano colazione al McDonald’s vicino alla stazione, i due sono ora in carcere in attesa del provvedimento di convalida.
(Unioneonline/D)
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