Il caso apre un dibattito politico: se la maggioranza difende il direttore del Tg della rete ammiraglia, l'opposizione chiede al Cda, al presidente e al direttore generale della Rai di intervenire. Paolo Garimberti definisce l'accaduto "un segnale preoccupante" spiegando di aver sollevato anche ieri "per l'ennesima volta" in Cda "la questione della qualità dell'informazione Rai, segnatamente nei telegiornali". La bomba Busi scoppia di buon mattino: la giornalista, annuncia l'addio in una lettera di tre cartelle e mezzo al suo direttore e al Comitato di Redazione e per conoscenza ai vertici aziendali. La decisione di affiggerla in bacheca è stata del Cdr del Tg1 e la Busi l'aveva lasciata prima alla segretaria del direttore che non era in sede. Nella missiva spiega come un l'unico "strumento" che ha un conduttore per difendere le sue prerogative professionali, è quello di "togliere la sua faccia" dal video. L'affondo è esplicito: "Caro direttore - scrive - considero la linea editoriale che hai voluto imprimere al giornale una sorta di dirottamento, a causa del quale il TG1 rischia di schiantarsi contro una definitiva perdita di credibilità nei confronti dei telespettatori". A stretto giro arriva la replica di Minzolini "il mio telegiornale non è mai stato di parte, ho sempre dato voce a tutti e gli ascolti mi hanno dato ragione. Non condivido neanche una riga della sua lettera". Spiega quindi, come nell'ambito della rinnovamento del telegiornale nei giorni scorsi aveva "ragionato" con la direzione dell'ufficio del personale sull'eventualità di spostarla all'edizione delle 13. Rinnovamento spiega "del quale deve far parte anche la scelta di un nuovo volto per l'edizione del tg delle 20". L'abbandono arriva dopo una serie di scontri con Minzolini. L'ultimo il primo aprile scorso quando la giornalista concesse un'intervista a Repubblica in cui criticava la decisione, presa dal direttore, di rimuovere tre conduttori storici del telegiornale. Busi definiva la sostituzione dei tre una 'rappresaglia' contro coloro che non avevano firmato la lettera a favore del direttore sul caso Mills. Minzolini, il giorno dopo l'intervista, aveva inviato alla Busi una lettera di contestazione formale per non aver chiesto alla Rai l'autorizzazione per l'intervista. Alla lettera Busi rispose rivendicando il diritto, sancito dalla Costituzione e dallo Statuto dei lavoratori, a esprimere liberamente il suo pensiero, tanto più in veste di consigliere nazionale della Federazione nazionale della stampa. Oggi la rinuncia alla conduzione. "Dove sono le donne e gli uomini che hanno perso il lavoro? Dov'è questa Italia che abbiamo il dovere di raccontare? Quell'Italia esiste. Ma il tg1 l'ha eliminata". Secondo la rappresentanza sindacale del Tg1 "testimonia il suo disagio e quello che attraversa una parte della redazione con urgenza sulla situazione che si Giorgio Van Straten Minzolini "ha trasformato il Tg1 in una velina governativa e in un ricettacolo di pseudo-notizie". Forte condanna arriva dal Pd e Idv "al Tg1 - spiega la presidente del Pd Rosy Bindi - si sta consumando una profonda lacerazione, con una grave perdita di credibilità E' necessario e urgente un intervento del presidente della Vigilanza Rai". Per Antonio Di Pietro "è inammissibile ciò che sta accadendo in Rai: giornalisti dalla schiena dritta mortificati e penalizzati per far posto alle pecorelle telecomandate da Palazzo Grazioli".
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