La maggior parte delle regioni italiane, al momento 15 e la lista è in continuo aggiornamento, sono partite con la somministrazione di anticorpi monoclonali a pazienti con sintomi lievi o moderati di Covid-19 che presentino particolari fattori di rischio, come dializzati obesi, diabetici con complicanze o trapiantati. Non la Sardegna.

Gli anticorpi prodotti in laboratorio, resi famosi da Donald Trump che così si è curato dall'infezione, hanno avuto il via libera dall'Aifa in via emergenziale. Possono essere somministrati endovena in centri specialistici entro dieci giorni dalla comparsa dei sintomi nei pazienti ad alto rischio di progressione critica dell'infezione, selezionati dalle Usca e dai medici di medicina generale.

L'accelerazione c'è stata con l'arrivo nei giorni scorsi delle prime 150mila dosi acquistate dal Governo degli anticorpi di Eli Lilly e Regeneron, ma alcune Regioni si erano già mosse prima.

Avanti con le somministrazioni è la Liguria, che è stata la prima a impiegarli in quattro centri. Sono già 11 i malati liguri curati e il primo, un signore di 71 anni con cardiopatia, è stato trattato il 18 marzo al Policlinico San Martino di Genova, nella Clinica di Malattie Infettive diretta da Matteo Bassetti.

Il giorno dopo è stata la volta del Friuli Venezia Giulia, con l'ospedale di Udine, e del Veneto, con la Ulss 2 della Marca Trevigiana, su due pazienti di 32 e 68 anni. Tra i primi centri in Italia ad avere utilizzato gli anticorpi monoclonali c'è l'Ospedale Parini di Aosta. Nel Lazio le strutture che possono somministrarli sono già 11, tra cui il Policlinico di Tor Vergata e l'Umberto I. La Regione, è anche la prima ad aver avviato una vera e propria sperimentazione su questi anticorpi presso l'Istituto Spallanzani.

Il 19 marzo è stata la volta delle Marche, con l'azienda ospedaliera Marche Nord, dove i farmaci sono stati somministrati a tre persone sottoposte a trapianto di rene e nelle quali la cui terapia immunosoppressiva era stata interrotta per il contagio da coronavirus. Sempre il 19 in Campania sono stati somministrati all'Ospedale del Mare di Napoli a un 57enne dializzato, diabetico e iperteso.

Nell'ospedale di Spoleto, una 78enne, in dialisi da 32 anni, è stata la prima paziente sottoposta alla terapia in Umbria, dove sono 4 i centri dove vi farmaci erranno somministrati. Le prime dosi sono arrivate il 22 marzo in Toscana, dove sono finora 12 le strutture idonee a praticare la terapia, coordinate da una cabina di regia regionale.

In Piemonte la prima somministrazione è del 24 marzo, nell'ospedale di Alessandria; il 25 è stata la volta dell'Emilia-Romagna, con il Sant'Orsola di Bologna, ed è stata fatta la prima consegna all'ospedale Perrino di Brindisi.

Per Filippo Anelli, presidente della Federazione Ordini dei Medici (Fnomceo), questi farmaci "sono uno strumento fondamentale soprattutto nei soggetti più fragili. È la prima grande opportunità terapeutica, capace di cambiare la storia clinica della malattia riducendo i rischi di ricovero e di complicanze in un momento di carenza dei vaccini". I monoclonali sono arrivati il 25 marzo anche in Lombardia, il 27 sono partite anche la Sicilia, con Caltanissetta, e l'Abruzzo, con Avezzano.

Mancano al momento notizie relative alle Province Autonome di Bolzano e Trento, e a Molise, Basilicata, Calabria e Sardegna.

(Unioneonline/L)
© Riproduzione riservata