Partorisce in un capannone dismesso e abbandona la neonata in ospedale
Non ha voluto riconoscere la figlia e neanche darle un nome: se ne occuperanno i medici del Buzzi, tra 10 giorni al via la procedura di adozioneLa clinica Buzzi a Milano (Ansa)
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Un altro caso di un bambino dato alla luce e lasciato in ospedale in modo che possa essere adottato. È avvenuto ancora a Milano, come per il piccolo Enea, lasciato a Pasqua in una Culla per la Vita del Mangiagalli.
Una donna, italiana di 37 anni senza fissa dimora, si è presentata al Buzzi accompagnata dall’ambulanza dopo aver partorito in un capannone una bimba che è stata poi affidata alle cure dei medici e sottoposta agli accertamenti di routine.
Secondo quanto si apprende, la donna inizialmente si è rifiutata di fornire le sue generalità, ma poi è stata convinta e ha consentito ai carabinieri di identificarla. Nonha riconosciuto la bambina e neanche ha voluto darle un nome. Nome che a questo punto le sarà dato dai medici del Buzzi a cui la piccola è stata affidata.
La 37enne ha partorito in un capannone dismesso in zona Quarto Oggiaro, un tempo sede di uffici. Verso le 10, subito dopo il parto, ha chiamato il 118 ed è andata in ospedale in ambulanza.
La piccola è in buone condizioni. Ora partono di 10 giorni di tempo che ha la madre naturale per cambiare idea e tenere la figlia, poi partirà la procedura di adozione.
(Unioneonline/L)