Pandoro gate, la Procura chiede un anno e 8 mesi per Ferragni. L’influencer: «Tutto in buona fede»
Per la difesa, che parlerà nella prossima udienza, non è stato commesso alcun reatoPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Il procuratore aggiunto Eugenio Fusco e il pm Cristian Barilli hanno chiesto una condanna a un anno e 8 mesi per Chiara Ferragni imputata, assieme ad altri due, nel processo milanese con rito abbreviato per truffa aggravata per la presunta pubblicità ingannevole del Pandoro Pink Christmas e delle uova di Pasqua.
Per i pm, nelle indagini del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Gdf, tra il 2021 e il 2022, avrebbe ingannato follower e consumatori con presunti ingiusti profitti - in relazione alle vendite dei due prodotti, il cui prezzo non comprendeva però la beneficenza pubblicizzata - per circa 2,2 milioni di euro.
L'influencer ha sempre respinto le accuse: «Tutto quello che abbiamo fatto, lo abbiamo fatto in buona fede, nessuno di noi ha lucrato», ha detto in aula ricostruendo i fatti, snocciolando la sua carriera e ricordando anche alcune azioni benefiche fatte in passato. «Sono fiduciosa, non posso aggiungere altro», ha poi aggiunto parlando con i cronisti mentre lasciava il Palazzo di Giustizia.
L’imprenditrice è assistita dagli avvocati Giuseppe Iannaccone e Marcello Bana. Nella prossima udienza del 19 dicembre ci sarà la requisitoria della difesa e a gennaio è atteso il verdetto. Ferragni secondo i suoi legali non ha commesso alcun reato, ha già chiuso il fronte amministrativo ed effettuato donazioni per 3,4 milioni di euro.
Oggi i pm hanno chiesto anche un anno per Francesco Cannillo, presidente di Cerealitalia-ID, e un anno e 8 mesi per Fabio Damato, ex collaboratore di Chiara Ferragni.
Ammessa intanto la richiesta di parte civile dell'associazione 'La casa del consumatore' ma la richiesta di risarcimento non è ancora stata quantificata, ha spiegato Aniello Chianese, legale dell'associazione, sottolineando che «ci sono consumatori truffati».
(Unioneonline/D)
