«Si chiude un anno non facile. Tutti ne abbiamo ben presenti le ragioni e, come sempre, speriamo di incontrare un tempo migliore. La nostra aspettativa è anzitutto rivolta alla pace. Di fronte alle case, alle abitazioni devastate dai bombardamenti nelle città ucraine, di fronte alla distruzione delle centrali di energia per lasciare bambini, anziani, donne, uomini al freddo del gelido inverno di quei territori, di fronte alla devastazione di Gaza, dove neonati al freddo muoiono assiderati, il desiderio di pace è sempre più alto e diviene sempre più incomprensibile e ripugnante il rifiuto di chi la nega perché si sente più forte».

Questa sera, 31 dicembre, alle 20.30, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha pronunciato il tradizionale discorso di fine anno, il suo undicesimo, dallo Studio alla Vetrata del Quirinale, trasmesso a reti unificate. Mattarella ha così ripercorso alcuni momenti fondamentali della storia italiana e internazionale, sottolineando l’importanza della coesione sociale, della responsabilità e del contributo di ciascuno alla vita della comunità. «L'Assemblea Costituente, eletta contestualmente al referendum che sancì la scelta repubblicana, fu capace di trovare una sintesi di alto valore mentre la dialettica politica si sviluppava tra convergenze e contrasti, anche molto forti. Di mattina i costituenti discutevano - e si contrapponevano - sulle misure concrete di governo, nel pomeriggio, insieme, componevano i tasselli della nostra Carta costituzionale. La Costituzione italiana, che ha ispirato e guidato il Paese per tutti questi decenni».

Rievocando il ruolo dell’Italia nella costruzione dell’Europa, Mattarella ha ricordato anche i Trattati di Roma del 1957 e il piano Marshall: «Le immagini della firma dei Trattati di Roma, nel 1957, consegnano un successo e un altro momento decisivo, con l'Italia in prima linea nella costruzione della nuova Europa. Proprio l'Europa e le relazioni transatlantiche, con il piano Marshall, sono i due pilastri della ricostruzione. L'Unione Europea e l'Alleanza Atlantica hanno coerentemente rappresentato - e costituiscono - le coordinate della nostra azione internazionale».

Il Presidente ha poi evidenziato la forza dell’Italia, fondata sulla coesione sociale nella libertà e nella democrazia: «La nostra vera forza, la coesione sociale nella libertà e democrazia, ci ha consentito di fare dell'Italia il grande Paese che è oggi. Le legittime dialettiche tra le varie posizioni hanno contribuito a concrete realizzazioni che hanno cambiato in meglio la vita delle persone. Diritti e doveri sono diventati progressivamente fatti e non sono rimasti astratte affermazioni. Riflettere su ciò che insieme abbiamo conquistato è la premessa per poter guardare al futuro con fiducia e con rinnovato impegno comune. La consapevolezza di questa storia può conferirci forza per affrontare con serenità le sfide e le insidie del nostro tempo».

Infine, Mattarella ha rivolto un messaggio ai giovani, invitandoli a essere protagonisti del loro futuro: «Desidero rivolgermi, particolarmente, ai più giovani. Qualcuno - che vi giudica senza conoscervi davvero - vi descrive come diffidenti, distaccati, arrabbiati: non rassegnatevi. Siate esigenti, coraggiosi. Scegliete il vostro futuro. Sentitevi responsabili come la generazione che, ottanta anni fa, costruì l'Italia moderna. Auguri! Buon 2026!».

Tra gli elementi che hanno caratterizzato l’undicesimo discorso di fine anno del Presidente Mattarella anche la foto storica del 2 giugno 1946, ben visibile nel backstage.

La foto di Federico Patellani divenuta il simbolo della vittoria del referendum per la Repubblica, il 2 giugno 1946, è uno degli elementi scelti per la scenografia del discorso di fine anno del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha ricordato la ricorrenza: 80 anni nel 2026. La storica foto ritrae una ragazza sorridente che sventola il Corriere della Sera, col titolo: «È nata la Repubblica italiana». Negli anni, quello scatto è stato riprodotto centinaia di volte su libri e locandine. E anche opere d'arte. Come quella che compare nelle immagini del backstage: la foto è sovrastata dal tricolore e sotto compare la scritta "2 giugno 1946".

(Unioneonline/v.f.)

© Riproduzione riservata