Un’altra battuta d’arresto per il processo in Italia a carico dei quattro 007 egiziani accusati di avere sequestrato, torturato e ucciso al Cairo Giulio Regeni nel febbraio del 2016.

I giudici della Cassazione hanno dichiarato inammissibile il ricorso della Procura di Roma contro la decisione del gup che l'11 aprile scorso ha disposto, così come già fatto dalla Corte d'Assise nell'ottobre scorso, la sospensione del procedimento disponendo nuove ricerche degli imputati a cui notificare gli atti.

Secondo i pm di piazzale Clodio bisognava uscire da questa "stasi processuale" che ha portato il processo ad uno brusco stop. Il procuratore aggiunto Sergio Colaiocco aveva sollecitato un intervento di "chiarezza" agli ermellini per superare quanto disposto dal giudice per le udienze preliminari che, rifacendosi a quanto deciso dalla III Corte d'Assise nell'ottobre scorso, ha sancito che il processo non può andare avanti perché mancano le notifiche agli imputati. Per la Procura però i quattro agenti avrebbero le garanzie di un giusto processo e sono a conoscenza di un procedimento penale a loro carico per il caso Regeni.

Nell'aprile scorso il giudice, alla luce della totale chiusura delle autorità egiziane nella collaborazione giudiziaria, ha affidato una nuova delega ai carabinieri del Ros per effettuare ulteriori ricerche aggiornando l'udienza al prossimo 10 ottobre. Mentre i genitori del ricercatore friulano hanno lanciato un appello via social per individuare gli indirizzi dei quattro aguzzini: un post su Fb, pubblicato in tre lingue (italiano, inglese ed arabo), in cui sono state inserite anche le foto di tre imputati individuate dal Ros.

(Unioneonline/D)

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