"Visti i risultati favorevoli dei controlli effettuati ha terminato il periodo di isolamento". Una breve frase scritta in "burocratese" che per Alessandro, 37 anni, cameraman di una società di produzione che lavora con tanti programmi tv, vuol dire libertà.

Dopo 46 giorni di quarantena e ben cinque tamponi. Ha pianto di gioia Alessandro, milanese, quando ha letto il foglio dell'Ats: gli altri quattro test avevano sempre dato esito positivo o debolmente positivo al Covid-19.

Alessandro, asintomatico, è risultato positivo al virus il 2 marzo, ma da allora si è sentito abbandonato. "Non vedevo mai la fine ed ero molto spaventato", racconta ora con n sorriso.

"Nei primi 14 giorni mai una chiamata dall'Ats o da un medico, poi ecco la chiamata per convocarmi ad eseguire il secondo tampone. Sono dovuto andare da solo in un ambulatorio di Quarto Oggiaro, una cosa che mi ha stupito molto", racconta.

Da quel momento tutti i tamponi successivi risulteranno positivi o debolmente positivi. Il 37enne definisce "pessima, un dramma".

"Mi sono sentito abbandonato - racconta -, per fortuna c'erano gli amici che si facevano ore di coda per farmi la spesa e portarmi mascherine, le videochiamate con la mia compagna e mio figlio di cinque anni che non vedo da 58 giorni".

Ieri sera la fine dell'incubo, e oggi, nel suo primo giorno libero, Alessandro vuole farsi "una passeggiata per respirare e sbollire, stare fuori all'aperto".

(Unioneonline/L)
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