«Non voglio giustizia, ma voglio praticare la giustizia per il futuro»: sapeva di avere poche speranze, ma ha deciso di combattere per gli altri. Maria Cristina Gallo, l'insegnante di Mazara del Vallo di 56 anni, che ha denunciato di aver ricevuto con otto mesi di ritardo il referto dell'esame istologico col quale le è stato diagnosticato un grave cancro, è morta stamattina.

La denuncia 

«Ormai il male è stato compiuto»,  aveva detto quando ha deciso di rendere noto il suo caso, «La mia battaglia non è né rancore e né rabbia, ma un modo per cambiare le cose affinché si possa garantire una sanità efficiente in futuro per i nostri figli».

Pur stremata dalle terapie, negli ultimi mesi di vita non si è mai arresa. Le sue denunce hanno dato vita a una indagine che ha svelato le inefficienze e i ritardi che per anni hanno paralizzato l'Asp di Trapani. Il caso della insegnante non è isolato. Sarebbero almeno tre le persone morte di tumore a cui gli esiti degli esami istologici sarebbero stati consegnati fuori tempo massimo e almeno 6 gli ammalati vittime dei ritardi.

L’inchiesta 

Una vicenda di malasanità, dunque, che ha portato la Procura di Trapani a indagare 19 persone tra medici, tecnici di laboratorio e infermieri. Oltre all'ipotesi di omicidio colposo, agli indagati vengono contestati i reati di lesioni colpose e omissione di atti d'ufficio. Le parti offese sono diverse: sei pazienti, i familiari dei tre malati deceduti, l'Asp di Trapani e l'assessorato regionale alla Salute.

Nel corso dell'incidente probatorio, che si è svolto davanti al gip il 26 settembre, sono stati nominati i periti incaricati di stabilire se i ritardi nella consegna dei referti abbiano, come sostengono le difese, aggravato le condizioni cliniche dei pazienti o contribuito ai decessi. Nella stessa udienza, il gip Corleo ha respinto l'istanza dell'avvocato Niccolò Grossi, legale della Gallo, che chiedeva di considerare l'Asp responsabile civile, quindi non tra le vittime, ma tra i soggetti da processare.

La disorganizzazione 

Gli ispettori ministeriali e regionali, che hanno svolto accertamenti paralleli sulla vicenda, hanno evidenziato come nel servizio di Anatomia Patologica dell'Asp trapanese ci fossero gravi disfunzioni organizzative: il sistema informatico di tracciamento non è mai entrato in funzione e mancavano protocolli per gestire l'arretrato.

L'inchiesta ha ad oggetto un arretrato di oltre 3.300 referti, provenienti dagli ospedali di Trapani e Castelvetrano, accumulatisi tra il 2024 e il 2025 e ha fatto emergere una crisi sistemica nella gestione sanitaria trapanese.

Chi era Maria Cristina Gallo 

Laureata in Storia e filosofia e in Teologia, Maria Cristina Gallo ha insegnato italiano nell'istituto tecnico industriale 'R. D'Altavilla' di Mazara del Vallo.

Aveva una grande passione per i bambini e ha collaborato con la Diocesi fondando la biblioteca dei più piccoli 'L'isola che non c'è'. Lascia il marito Giorgio Tranchida e due figli, Vincenzo di 25 anni, agente di Polizia e uno studente di 17. «Cristina ci ha lasciati. È stata una mamma tenerissima, una moglie esemplare, un'insegnante innamorata. È stata una combattente irriducibile», ha scritto sui social il vicepresidente della Camera, Giorgio Mulè che sollevò il caso mesi fa. Mentre il leader di Azione, Carlo Calenda ha puntato il dito contro il governo regionale, interessato - ha detto - «solo a spartirsi le poltrone della sanità».

I funerali di Cristina Gallo saranno celebrati domani, alle 10,30, nella Cattedrale di Mazara del Vallo. «Era una donna che aveva a cuore il suo prossimo», ha detto commosso, il vescovo monsignor Angelo Giurdanella. 

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