La Sezione disciplinare del Csm ha sanzionato il procuratore di Firenze, Giuseppe Creazzo, con la perdita di due mesi di anzianità a seguito delle accuse rivolte dalla collega Alessia Sinatra, sostituto procuratore a Palermo, di averla molestata sessualmente.

I fatti risalgono al 2015, quando i due erano in un albergo della Capitale per motivi di lavoro. Dopo quella vicenda la donna non aveva denunciato Creazzo, ma tutta la storia era comunque venuta a galla. Come? In mezzo alle intercettazioni dell'inchiesta sulle nomine ai vertici degli uffici giudiziari, sono spuntati anche degli “strani” messaggi inviati dalla pm all'amico ed ex capocorrente Luca Palamara.

Creazzo all’epoca concorreva per il ruolo di procuratore di Roma e Sinatra scriveva "giurami che il porco cade subito" o ancora "il mio gruppo non lo deve votare”.

IL PROCEDIMENTO – La procura generale della Cassazione a quel punto ha deciso di vederci chiaro e sia l’accusatrice che l’accusato, sono finiti sotto procedimento disciplinare. Lui per aver leso il prestigio della magistratura, lei per aver cercato una sorta di rivincita morale. Secondo l'accusa, Creazzo avrebbe cercato un approccio fisico con la collega "in modo da sorprendere insidiosamente le altrui capacità reattive di difesa". Lei non aveva sporto querela ma per la procura generale si tratta di una "condotta idonea a ledere la propria immagine di magistrato e il prestigio dell'intera magistratura".

Il collegio, presieduto dal vicepresidente del Csm, David Ermini, ha fatto cadere la contestazione di aver violato i doveri di correttezza propri di un magistrato nei confronti della collega, ritenendo che la vicenda si possa circoscrivere a un fatto tra privati. Ha sottratto così dalla carriera di Creazzo due mesi di anzianità, mentre la procura ne chiedeva tre. Per il capo della procura fiorentina “si tratta - dice - di una sentenza ingiusta perché sono innocente, è una decisione conforme alla condanna mediatica che avevo già subito allo scoppiare della notizia. Farò ricorso per Cassazione, dove confido che potrò avere finalmente giustizia".

Secondo il difensore di Sinatra, il professor Mario Serio, la condanna è troppo lieve e “resta forte e grave l'impressione che la Magistratura italiana ed il suo organo di governo debbano proseguire ancora a lungo nella strada dell'acquisizione di una maggior consapevolezza del valore della dignità della donna nell'ambiente di lavoro giudiziario e dell'adeguatezza della relativa tutela".

Il procedimento nei confronti della pm Sinatra è ancora in corso, la prossima udienza è fissata per il 14 gennaio. 

(Unioneonline/D)

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