Milano, confermata la piena capacità di intendere e volere di Alessia Pifferi
La perizia psichiatrica in appello conferma: nessun vizio di mente quando ha abbandonato la piccola DianaPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
La Corte d’Appello, presieduta dai giudici togati Caputo e Anelli, ha confermato, tramite una nuova perizia, che Alessia Pifferi era pienamente capace di intendere e di volere quando ha abbandonato per diversi giorni sua figlia Diana.
La decisione segue l’istanza avanzata dalla legale della donna, Alessia Pontenani, che aveva chiesto un nuovo accertamento affidato allo psichiatra Giacomo Francesco Filippini, alla neuropsicologa Nadia Bolognini e al neuropsichiatra infantile Stefano Benzoni.
Dalle conclusioni della perizia, secondo quanto trapelato, emerge che la donna presenta un disturbo relativo al periodo dell’infanzia, ma questo non ha influito sulla capacità di intendere e volere al momento dell’abbandono della figlia. La Procura generale, rappresentata dall’avvocato Lucilla Tontodonati, si era opposta alla richiesta di nuova perizia, giudicandola non necessaria dopo la prima valutazione, già favorevole alla conferma della capacità di intendere.
Alessia Pifferi era stata condannata all’ergastolo nel processo di primo grado, con il pm Francesco De Tommasi che aveva sostenuto come la donna avesse lasciato consapevolmente la figlia in casa per sei giorni, con solo un po’ di latte e acqua, per trascorrere un lungo weekend con il compagno. Lo psichiatra Elvezio Pirfo aveva già escluso la presenza di vizi di mente nel corso del primo processo.
Il 24 settembre la Corte ascolterà in aula la discussione degli esperti sulla perizia, alla presenza dei consulenti delle parti, mentre il 22 ottobre potrebbe arrivare la sentenza d’appello. Se confermata l’assenza di vizi di mente, la Pifferi rischia la conferma dell’ergastolo, salvo eventuali attenuanti.
La difesa ha sempre sostenuto l’esistenza di un «disturbo cognitivo» della donna.
«Se dichiarassero l’incapacità non ci crederei», aveva dichiarato fuori dall’aula Viviana Pifferi, sorella della vittima e parte civile insieme alla madre e nonna della piccola Diana, rappresentate dall’avvocato Emanuele De Mitri.
Intanto, l’11 settembre tornerà davanti al Gup il filone bis del caso, che coinvolge l’avvocata Pontenani, quattro psicologhe e lo psichiatra della difesa Marco Garbarini, accusati di una presunta attività di “manipolazione” per orientare la perizia di primo grado verso un ipotizzato vizio parziale di mente.
(Unioneonline/Fr.Me.)