Giuseppe Marabotto, l' ex capo della procura di Pinerolo (Torino) arrestato oggi con l'accusa di corruzione avrebbe incassato il 30% dei pagamenti effettuati sulle consulenze da lui disposte. Secondo quanto si è appreso a Milano, le consulenze ammontano a circa 10 milioni di euro e l'ex magistrato avrebbe avuto un ritorno, negli anni, di circa 3 milioni di euro. I pagamenti sarebbero avvenuti generalmente in contanti.
LE ACCUSE Il magistrato Giuseppe Marabotto, ex procuratore capo di Pinerolo (Torino), ha "una personalità incline alla truffa e alla corruzione", e vanta anche "rapporti a dir poco particolari" con "cittadini marocchini pluripregiudicati": lo scrive il gip Stefania Donadeo, di Milano, nell'ordinanza di custodia cautelare eseguita questa mattina. Quella messa insieme da Marabotto (e da altri personaggi coinvolti nell'indagine) è, per il giudice, "una vera e propria associazione per delinquere finalizzata a truffare l'amministrazione della giustizia". "Il procuratore Marabotto - si legge - non solo conferiva consulenze assolutamente pretestuose" per ricavarci il 30% della somma "da lui stesso liquidata", ma "pretendeva rispetto a tutti coloro che conseguivano vantaggi economici grazie alla posizione da lui occupata". L'ordinanza contiene un elenco di episodi con i quali si intende dipingere la personalità del pm: una volta, per esempio, disse al medico Dario Vizzotto "i soldi li ritiri tu così in galera ci vai tu". E' citata anche l'amicizia e gli scambi di favori con tre fratelli marocchini, grossisti di abbigliamento a Pinerolo (Torino), su cui la sua stessa procura indagò per reati sulla contraffazione di marchi.
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