Medico sgozzato sotto l’impalcatura, la nuova consulenza dei familiari: “Omicidio”
Si va verso l’archiviazione, per la Procura si è trattato di un “gesto autolesivo”
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La famiglia di Stefano Ansaldi, il medico trovato sgozzato il 19 dicembre scorso vicino alla stazione Centrale di Milano, non crede alla tesi del suicidio e ha predisposto una consulenza di parte che parla nuovamente di omicidio.
L'inchiesta, di cui era titolare il pm Adriano Scudieri (dal primo giugno alla Procura Europea), è stata riassegnata dall'aggiunto Laura Pedio al pm Cecilia Vassena, che nelle prossime settimane dovrà trarre le conclusioni.
La tragedia quel giorno di dicembre si è consumata sotto un ponteggio, e fin dai primi rilievi è stata densa di dettagli misteriosi. Tanto per iniziare i testi, che hanno visto cadere a terra il ginecologo, non hanno visto il presunto aggressore scappare. Anche le telecamere di sorveglianza della zona non hanno inquadrato persone sospette in fuga. Inoltre vicino al corpo sono stati ritrovati il Rolex di Ansaldi, che indossava guanti in lattice, e una valigetta con pochi oggetti personali. Sul coltello da cucina trovato sul posto, con una lama di una ventina di centimetri, nessuna impronta.
Il ginecologo aveva difficoltà finanziarie ed era arrivato quel giorno col treno a Milano da Napoli: non è chiaro il motivo. Si è cercato di capire se avesse un appuntamento, ma dalle indagini non sono arrivate conferme.
Un pool di esperti nominati dalla Procura aveva concluso per l'ipotesi del "gesto autolesivo", confermata dagli esiti finali dell'autopsia nelle indagini della Procura e dei carabinieri, mentre la famiglia è sempre stata convinta che il 65enne sia stato ucciso da una persona che (secondo la consulenza di parte) lo ha aggredito alla spalle e gli ha reciso la gola.
La consulenza, che al momento non è ancora stata depositata agli inquirenti milanesi, è stata richiesta dall'avvocato Francesco Cangiano e affidata al medico legale Fernando Panarese.
Se i pm chiederanno l'archiviazione, la famiglia si opporrà e la parola a quel punto passerà al gip.
(Unioneonline/D)