«Oggi, davanti a Martina, dobbiamo assumerci tutti una responsabilità collettiva. Oggi dobbiamo impegnarci affinché a tutti, piccoli e grandi, sia chiaro che l'amore non è possesso. L'amore non è controllo. L'amore non è dipendenza. L'amore vero rende liberi. L'amore vero non trattiene, non costringe, non punisce».

Commossa l’omelia dell'arcivescovo di Napoli, il cardinale Domenico Battaglia, ai funerali di Martina Carbonaro, la ragazza di 14 anni uccisa dall'ex fidanzato 19enne Alessio Tucci ad Afragola. «Se amare ti fa male, non è amore. Se per amore devi annullarti, non è amore. Se per amore arrivi a fare del male, non è amore ma solo violenza. E la violenza non è mai giustificabile». «E voglio parlare anche agli adulti – l’appello -. A noi. Genitori, educatori, preti, formatori, politici. Che mondo stiamo costruendo per questi ragazzi? Che strumenti diamo loro per leggere le emozioni, per affrontare la delusione, per attraversare la frustrazione? Come li stiamo accompagnando a diventare uomini e donne capaci di rispetto, di tenerezza, di libertà?», ha aggiunto. «Non possiamo più rimandare. Non possiamo più dire "succede agli altri". È successo qui. A Martina. A 14 anni. E questo deve bastare», ha concluso.

Ai funerali anche il prefetto di Napoli, Michele di Bari: «Noi assistiamo a gesti di inaudita violenza. Spesso accadono fatti che ci lasciano basiti». «Occorre un atto di responsabilità da parte degli adulti, qui nessuno deve tirarsi indietro». Per il prefetto «bisogna guardare in faccia la realtà per quella che è. C'è un vuoto educativo che ha preso di mira una generazione. Non c'è giorno che non accada un fatto deprecabile».

Terminata la cerimonia funebre, all'uscita del feretro dalla chiesa accompagnato dai genitori della vittima, dopo un lungo applauso in tanti hanno gridato "Giustizia giustizia". Poi centinaia di palloncini bianchi, tenuti da ragazzi che indossavano una t-shirt con il volto della ragazza e la scritta "Ciao Martina", si sono levati in volo.

(Unioneonline)

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