La Repubblica Federale della Nigeria riapre il caso della ricchissima concessione per l’esplorazione petrolifera Opl245 e insiste per avere un maxi risarcimento da oltre due miliardi di dollari.

Tra i destinatari delle azioni legali dello stato africano c’è anche il top manager di Eni cagliaritano Roberto Casula. 

La Cassazione ha valutato come ammissibile il ricorso presentato dall’avvocato Lucio Lucia contro la sentenza di assoluzione dell’ex ad di Eni, Paolo Scaroni, dell’amministratore delegato in carica, Claudio Descalzi, di quattro manager di Shell, dell’ex ministro nigeriano Dan Etete, di alcuni uomini d’affari e intermediari.

ll Tribunale di Milano nel marzo 2021 aveva escluso l’esistenza di una maxi tangente da un miliardo di euro, assolvendo tutti con la formula più ampia.

Tra i protagonisti della vicenda anche il top manager cagliaritano Roberto Casula, all’epoca dei fatti, capo divisione esplorazioni di Eni.

La Nigeria ha impugnato la sentenza della Corte d’Appello di Milano nella parte che non decide sulla richiesta di risarcimento, quindi solo per gli aspetti civilistici. Un altro protagonista della vicenda internazionale è l’ex ministro nigeriano Dan Etete, difeso dal penalista sassarese, Antonio Secci. 

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