Il suo nome potrebbe essere Alessandro, o almeno così si è presentato a una delle prostitute che ha abbordato nella zona del Fiorentino. Potrebbe avere tra i 50 e i 60 anni, ha una corporatura tarchiata, e pochi capelli. Qualcuna dice che ha un marcato accento toscano, altre invece non notano nessuna particolare inflessione. Ha modi gentili, sembra "un tipo pacifico", come lo hanno descritto le "lucciole", quelle che si sono salvate dalla sua furia, che si scatena all'improvviso, come ha raccontato una delle sue vittime, che fortunatamente non ha trovato la morte, come è stato invece per la 26enne romena Andrea Cristina Zamfir, morta nella notte tra domenica e lunedì e ritrovata con le braccia legate a una sbarra con del nastro adesivo, barbaramente seviziata.

Sceglie la sua vittima tra le prostitute che hanno problemi di droga o mentali, quindi quelle disposte a una prestazione a poco prezzo e senza troppe contrattazioni: va nella stazione ferroviaria di Prato o al parco delle Cascine. Dopo aver pattuito la somma di denaro, fa salire in macchina la "squillo", durante il tragitto non parla, non crea dialogo, chiede solo che si spogli. Le zone prescelte per i rapporti sessuali sono sempre le stesse: il cavalcavia di Ugnano (quattro volte) e Le Bartoline di Calenzano (tre volte), luogo dove nel 1981 il Mostro di Firenze firmò il terzo degli otto duplici omicidi di coppiette. La testimone che ha raccontato l'incontro con lui ricorda: "Mi chiese di mettermi nuda e a quel punto mi bloccò le mani, immobilizzandomi con un nastro a una ringhiera. Tentai di resistere ma lui era più forte di me". Poi prende un bastone, la sevizia, e scappa.

Gli inquirenti sono sulle sue tracce: "Stiamo lavorando tutti", ha dichiarato il questore di Firenze Raffaele Micillo.
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