Joy, rapita e violentata perché albina. In Italia il riscatto e la laurea
La toccante storia della coraggiosa 23enne di origine nigeriana, accolta in Italia dopo una lunga serie di orrori e soprusi
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“Sono riuscita a fuggire dopo due giorni scappando da una finestra rotta. Sono arrivata in Libia nel bagagliaio di un'auto e qui uno degli uomini che mi aveva comprata si è pentito e mi ha condotto in spiaggia per salire su un barcone diretto per l'Italia".
Racconta così la sua disperata fuga Joy Ehikioya, 23enne di origine nigeriana, vittima di inaudite violenze da parte di uomini senza scrupoli, che in patria l’avevano anche violentata solo e soltanto per il suo essere albina. Un connotato che in Nigeria significa stigma sociale, soprusi, persecuzioni. Un connotato che nel 2016 le costa il rapimento e lo stupro, nell’ambito di un disumano “rito propiziatorio”.
Ma da quell’incubo Joy, tra mille peripezie e pericoli, è riuscita a scappare, a costo della vita. Giunta nel nostro Paese, la giovane si è stabilita a Trento, nell’ambito di un progetto di accoglienza per rifugiati e richiedenti asilo.
E, proprio a Trento, Joy ha ora raggiunto un traguardo importante: si è laureata in Giurisprudenza, precisamente in Comparative European and International Legal Studies. Il riscatto dopo l’orrore. La testimonianza unica di una forza di volontà e di un coraggio ineguagliabili.
Lo scrive lei stessa, in maniera eloquente, sul suo blog: “Questa è una storia di violenze, di superstizioni ancestrali, e ancora di violenze. È anche una storia di emigrazione involontaria, qualcosa di prossimo alla deportazione. È, infine, la storia della riacquisizione del proprio vero nome: reclamato, reimparato”.
(Unioneonline/l.f.)
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