Il Vaticano chiede di cambiare il ddl Zan: “Mette a rischio la libertà della Chiesa”
La lettera della Santa Sede, Pd e M5s difendono la legge ma aprono al confronto. Draghi: “Parlerò alle Camere”
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Il Vaticano ha chiesto ufficialmente al governo italiano di modificare il contenuto del ddl Zan. Anzi di “rimodularlo”, perché scritto così potrebbe configurare una violazione del Concordato, mettendo a rischio "la piena libertà" della Chiesa cattolica.
La notizia arriva proprio nel mese del pride: per la prima volta la Santa Sede rispolvera il Concordato per chiedere la revisione di una legge italiana. Nell’appunto che monsignor Richard Gallagher, il diplomatico vaticano che tiene i rapporti con gli Stati, ha fatto pervenire sul tavolo del ministro degli Esteri Luigi Di Maio, emerge il timore che la libertà di espressione venga compressa dalle nuove norme e che "non si possa più svolgere liberamente l'azione pastorale, educativa, sociale".
"Chiediamo che siano accolte le nostre preoccupazioni" conclude la lettera.
I DUBBI – Sotto la lente del Vaticano è finito l'articolo 7 del ddl che non esenterebbe le scuole private dal celebrare la Giornata nazionale contro l'omofobia che verrebbe istituita per il 7 maggio.
La comunità cattolica teme di non essere più libera di esprimere le proprie opinioni: un sacerdote, parlando di famiglia nel corso di un'omelia, potrebbe andare in contrasto con quanto prescritto dal provvedimento? Si temono problemi anche nella didattica: nell'articolo 4 del provvedimento, quello sulla libertà di espressione, si lascerebbe, secondo i cattolici, ad alcuni la possibilità di esprimere la propria posizione sulla natura dell'omosessualità ed ad altri l'impossibilità di farlo.
IL PREMIER – Sul tema si esprimerà domani il premier Mario Draghi: "Sarò in Parlamento tutto il giorno, mi aspetto che me lo chiedano e risponderò in maniera ben più strutturata di oggi. E' una domanda importante". Un commento arriva anche dalla presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen: "I Trattati europei proteggono la dignità di ogni singolo essere umano e proteggono la libertà di parola, tra altri valori. E portare questi valori in equilibrio è un lavoro quotidiano nella nostra Ue".
I PARTITI – Sul fronte politico Pd e Movimento Cinquestelle difendono la legge contro l’omotransfobia, anche se il segretario Enrico Letta non disdegna il confronto: "Siamo pronti a guardare i nodi giuridici, siamo disponibili al dialogo, ma sosteniamo l'impianto della legge che è una legge di civiltà".
"Proviamo ad ascoltarle queste obiezioni di merito che sono arrivate, non solo dal mondo cattolico", le parole di Ettore Rosato per Italia Viva.
Un confronto, almeno a parole, auspicato anche dal leader della Lega Matteo Salvini: "Sul ddl Zan io sono pronto a incontrare Letta, anche domani".
LE ASSOCIAZIONI – Si sentono invece profondamente minacciate le associazioni Lgbt: "Il tentativo esplicito e brutale è quello di sottrarre al Parlamento il dibattito sulla legge e trasformare la questione in una crisi diplomatica, mettendola nella mani del Governo Draghi per far sì che tutto venga congelato", denuncia l'Arcigay. Franco Grillini, ex parlamentare e storico esponente del movimento gay italiano, chiede invece di "abolire definitivamente" proprio il Concordato, "questo retaggio fascista. La pretesa vaticana di dettare legge all'Italia interferendo con la sua attività legislativa è irricevibile".
IL TESTO – Sono dieci gli articoli previsti dal ddl Zan per contrastare omotransfobia. Il testo è stato già approvato dalla Camera nel novembre scorso, ma nel passaggio al Senato ha trovato le barricate del centrodestra trincerato dietro un solido ostruzionismo in commissione Giustizia.
(Unioneonline/D)
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