"I congiunti sono anche fidanzati e affetti stabili"
Fonti del governo chiariscono i dubbi sui parenti che si potranno incontrare dal 4 maggioPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Da una prima interpretazione del Dpcm (LEGGI) in vigore dal prossimo 4 maggio con "congiunti" si intendono "parenti e affini, coniuge, conviventi, fidanzati stabili, affetti stabili". Lo si è appreso da fonti del governo.
Le Faq (ovvero le risposte alle domande più frequenti), che saranno pubblicate nei prossimi giorni sul sito di Palazzo Chigi, chiariranno ulteriori dubbi interpretativi sul provvedimento.
Dopo il discorso di ieri del premier Conte, la parola usata per annunciare il via libera alle visite alle persone care - "congiunti" - ha suscitato molte perplessità. Chi sono? Solo i familiari? E fino a quale grado? E i compagni con cui però non si è sposati?
Teoricamente la nozione, in senso tecnico, esclude tutti coloro che non sono legati da un vincolo affettivo giuridicamente rilevante, cioè fidanzati e coppie di fatto che non hanno contratto l'unione civile.
Sul piano della parentela sono congiunti sia i consanguinei legati da ascendenza e discendenza, come genitori e figli, nonni e nipoti, sia chi ha legami orizzontali, come fratelli e sorelle. Gli affini sono i cosiddetti parenti acquisiti: suoceri, generi, nuore, cognati e ovviamente i coniugi.
LE POLEMICHE - E, come detto, mentre il governo sta pensando di dedicare a questo capitolo una delle domande frequenti sul sito del decreto #iorestoacasa, non sono mancate le polemiche per la scelta di una parola poco chiara.
Protesta l'Arcigay, con il segretario Gabriele Piazzoni che sostiene che "il fatto che l'allentamento delle restrizioni sulle relazioni sociali sia circoscritto alla definizione di 'congiunti', che nei nostri codici è riferita inequivocabilmente alla dimensione formale della parentela, di sangue o acquisita, rappresenta un inedito e inaccettabile intervento dello Stato nella definizione della gerarchia degli affetti".
La parola, secondo Piazzoni, "taglia fuori ciò che lo Stato non vede o non riconosce, come ad esempio i genitori sociali non ancora riconosciuti all'interno delle famiglie omogenitoriali o le relazioni elettive che in alcuni casi sostituiscono addirittura quelle determinate dai legami biologici". In sintesi "nessun Governo può indicarci chi incontrare e chi no".
Protesta anche la Lega, che ha lanciato un'interrogazione parlamentare: "Conte ci faccia capire - dicono i deputati Paolo Tiramani e Alessandro Giglio Vigna - la ratio secondo la quale è possibile, giustamente, far visita ai parenti all'interno della propria regione ma non alla propria fidanzata o fidanzato, se abitano al di fuori del comune di residenza. Ci auguriamo sia stata l'ennesima svista del Premier e del suo pagatissimo staff, altrimenti solo una mente disturbata sarebbe in grado di partorire una perla di queste dimensioni".
(Unioneonline/D-l.f.)