Con la cattura di Rocco Morabito, sono ora sei i super-latitanti ricercati in Italia inseriti nell’elenco del cosiddetto "Programma speciale di ricerca" del Gruppo Integrato Interforze che si occupa proprio di coordinare le indagini sui condannati che hanno fatto perdere le proprie tracce.

Al primo posto della lista c’è Matteo Messina Denaro, classe 1962, boss di Cosa Nostra, condannato all'ergastolo e ricercato dal 1993 per associazione di tipo mafioso, omicidio, strage, devastazione, detenzione e porto di materie esplodenti, furto ed altro.

Segue Attilio Cubeddu, nato nel 1947 ad Arzana, in provincia di Nuoro, evaso nel 1997 dal carcere di Badu 'e Carros dove stava scontando una condanna definitiva a 30 anni per il sequestro di Cristina Peruzzi. Durante la latitanza è stato coinvolto anche nel sequestro di Giuseppe Soffiantini ed è sospettato di aver avuto parte anche al sequestro di Silvia Melis, rapita a Tortolì nel 1997.

Qundi Giovanni Motisi, palermitano, ricercato dal 1998 per omicidi, dal 2001 per associazione di tipo mafioso ed altro, dal 2002 per strage ed altro. Secondo gli investigatori sarebbe stato il "killer di fiducia" di Totò Riina.

C’è poi Renato Cinquegranella, classe 1949, ricercato dall'ottobre del 2002 per associazione per delinquere di tipo mafioso, concorso in omicidio, detenzione e porto illegale di armi, estorsione ed altro. 

Caccia anche a Raffaele Imperiale, nato nel 1974 a Castellammare di Stabia (Napoli), accusato di traffico internazionale di sostanze stupefacenti aggravate da finalità mafiose.

Infine, un altro sardo: Graziano Mesina, oggi 79enne, latitante dalla scorsa estate dopo la conferma, da parte della Cassazione, della condanna a 30 anni. Deve rispondere dei reati di associazione a delinquere, estorsione e traffico di sostanze stupefacenti.

(Unioneonline/l.f.)

© Riproduzione riservata