La Corte di Cassazione conferma il decreto di apertura dell'amministrazione di sostegno per Gina Lollobrigida.

A richiedere all’autorità giudiziaria di Roma l’ingiunzione di un tutore per l’attrice – oggi 94enne – era stato il figlio Andrea Milko Skofic.

I rapporti tra la “Lollo” e Skofic sono sempre stati turbolenti, ma l’uomo ha chiesto il via libera del tribunale - con il quale i rapporti sono sempre stati difficili - con l’obiettivo dichiarato di “proteggere” il patrimonio della madre.

Pur escludendo una situazione di "infermità mentale derivante da patologie psichiatriche", i periti medici hanno evidenziato "un indebolimento della corretta percezione della realtà" e uno stato di "vulnerabilità" che rende "possibile l'altrui opera di suggestione". Di qui la sentenza della Suprema corte, cui la stessa attrice si era rivolta per fermare l'iter di assegnazione del tutor.

Gina Lollobrigida, dopo il verdetto, si è detta, attraverso il suo avvocato Filippo Maria Meschini, “amareggiata ma non rassegnata".

(Unioneonline/l.f.)

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