Fighter 29enne arruolato in Ucraina: “Sono ferito ma vivo”
Sulla vicenda la Procura di Milano apre un’inchiesta: fascicolo conoscitivo, indaga il pool antiterrorismo
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Il pool antiterrorismo della Procura di Milano, guidato da Alberto Nobili, ha aperto un'inchiesta conoscitiva, quindi senza titolo di reato né indagati, sulla vicenda di Ivan Luca Vavassori, l'ex calciatore di 29 anni andato a combattere in Ucraina nelle brigate internazionali, a fianco dell'esercito di Kiev. Dopo che per un giorno non si sono avute notizie del giovane, e si era temuto per la sua morte, ieri sera è arrivato sui social un aggiornamento con sui si rassicurava che è sopravvissuto con tutto il suo gruppo all'attacco russo a Mariupol. La conferma è poi arrivata anche dal padre, l’imprenditore Pietro Vavassori, e oggi dallo stesso 29enne sui social: "Sono vivo, ho solo febbre molto alta, alcune ferite in varie parti del corpo. Per fortuna nulla di rotto". Il giovane ha, inoltre, ringraziato i suoi followers per i "messaggi di supporto che mi avete mandato".
L'indagine, al momento esplorativa, punta a capire se c'è un eventuale giro di arruolamento illegale o di mercenari. Il pm Alberto Nobili ha delegato la Digos ad effettuare tutti gli accertamenti opportuni per chiarire i contorni della vicenda e quindi, si suppone, anche per sentire l'ex calciatore e i componenti del suo gruppo.
Da quel che si sa, il 29enne Vavassori è partito per l'Ucraina per una sua personale decisione e a sue spese.
A far scattare l'allarme, poi rientrato, era stato un messaggio apparso sul suo profilo social e da lui affidato per la gestione a una persona di fiducia. Per l'intera giornata si è creduto fosse morto ma in serata è stato pubblicato, sempre sul suo profilo, che "la squadra di Ivan è sopravvissuta. Stanno provando a tornare, il problema è che sono circondati da forze russe così non sappiamo quando e quanto tempo dovranno impiegarci".
Vavassori, nato in Russia, è stato adottato da una coppia piemontese, Pietro Vavassori, titolare dell'Italsempione, azienda nel ramo della logistica, e Alessandra Sgarella, sequestrata dalla 'ndrangheta nel 1997 e morta nel 2011 per una malattia. Ivan ha giocato a calcio in serie C per il Legnano, la Pro Patria e il Bra, facendo un'esperienza anche in Bolivia, nella squadra del Real Santa Cruz. Quando è iniziato il conflitto in Ucraina, ha mollato il pallone per andare a combattere al fianco degli ucraini, arruolandosi nelle brigate internazionali.
Nella “Legione di difesa internazionale Ucraina” è diventato il “comandante Rome” o “Aquila nera” per quel suo vezzo, come ha raccontato su Tik Tok, di mettere un nastro nero intorno al caricatore del suo mitra.
Vavassori sostiene di avere maturato altre esperienze militari nella Legione Straniera.
(Unioneonline/v.l.)