"Ho sentito numerosi colpi di pistola. Una pistola 'forte', che faceva molto rumore. Neanche il tempo di capire cosa è accaduto e ho visto un capannello attorno a un'auto. Qualcuno urlava: 'Un dottore! Serve un dottore!'. Qualche minuto dopo sono arrivate le ambulanze e la polizia. Una cosa mai vista".

Questo è uno dei tanti racconti da via Cadore, centro di Milano, a poche centinaia di metri da Porta Romana, due fermate di metro da Duomo.

Qui, all'angolo con via Bergamo, Enzo Anghinelli, 46 anni, noto alle forze dell'ordine per reati di droga, è stato raggiunto da due sicari in sella a uno scooter, che probabilmente volevano regolare qualche (brutto) conto in sospeso.

Era a bordo della sua auto, Anghinelli, in mezzo al traffico del mattino, impiegati che vanno al lavoro, mamme che portano i figli a scuola. E quando si è fermato al semaforo rosso, uno dei due sconosciuti ha tirato fuori una pistola e ha fatto fuoco.

Poi, allo scattare del verde, lo scooter si è dileguato, lasciando il 46enne ferito. Ora si trova in condizioni gravissime al Policlinico.

Enzo Anghinelli (Ansa)

Sul posto, una zona residenziale alberata, dove passano autobus e tram, piena zeppa di negozi, bar e ristoranti, sono poi arrivati gli uomini della Scientifica, per i rilievi.

La solita meticolosa caccia all'indizio per riuscire a risalire ai responsabili dell'agguato in stile Gomorra.

"Non ho visto cosa è accaduto, ma quando stamattina ho sentito una sirena, poi un'altra e un'altra ancora ho capito che era successo qualcosa di brutto. Pensavo a un incidente. A volte accade. Mai avrei pensato a una cosa del genere", spiega Diego, che lavora in un bar del quartiere.

E' incredulo. Come increduli sono tutti quelli che qui vivono e lavorano.

"Davvero? Davvero è successo? Pazzesco", commenta Khaled, che da anni fa il portiere in uno degli stabili della zona.

E così Mirko, che stava andando a fare la spesa al vicino supermercato.

"Mi sono trasferito qui l'anno scorso con la famiglia, mia moglie e la mia bimba di tre anni, perché pensavo fosse un quartiere tranquillo. Invece, guarda te cosa va a capitare. Manco fossimo in un film".

Anche Rita pensa alla sua bimba: "Stavo portando mia figlia a scuola, in via Morosini. Ho visto passare ambulanze e macchine della polizia. La piccola mi ha chiesto: 'Che succede?'. Ho risposto: 'Non lo so, ma stai tranquilla'. Poi ho saputo. Tranquilla? Ormai non si può stare tranquilli da nessuna parte".

La sensazione, parlando con la gente, osservando i volti e ascoltando le chiacchiere davanti ai portoni, è che si sia rotto qualcosa.

Che si sia spezzata la confortevole e rassicurante routine quotidiana del rione, uno di quelli vecchio stile nella Milano tentacolare e multietnica , pieno di negozi di vicinato e dove, anche se solo di vista, ci si conosce più o meno tutti.

E mentre gli investigatori cercheranno di capire perché Anghinelli sia stato preso di mira così spudoratamente in mezzo alla strada, davvero tutti, qui nel quartiere, si ricorderanno di certo, e per un bel pezzo, di quella mattina di aprile in cui esplosero i colpi di pistola al semaforo di via Cadore.

Luigi Barnaba Frigoli

(Unioneonline)

LE IMMAGINI:

Milano, agguato in pieno centro
La Scientifica al lavoro
La sparatoria è avvenuta alle 8 del mattino, in via Cadore
Colpito un 46enne: è gravissimo
Si pensa al regolamento di conti per questioni di droga
L'agguato è avvenuto in una zona residenziali, vicino a Porta Romana
(Foto L'Unione Sarda)
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