Draghi: “Contatti con i talebani per affrontare la crisi, ma non significa un riconoscimento”
Le parole di Draghi al termine del G20: “Vertice fruttuoso, c’è consapevolezza che l’emergenza è grave e c’è disponibilità ad agire”
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"Avere contatti con i talebani non significa un loro riconoscimento".
Lo ha detto il presidente del Consiglio Mario Draghi nella conferenza stampa a margine del G20 dedicato all’Afghanistan, definendo “soddisfacente e fruttuoso” il vertice.
"C’è consapevolezza che l’emergenza umanitaria è gravissima e c’è gran disponibilità ad agire, una convergenza di vedute sulla necessità di affrontare l’emergenza in modo unificato attraverso un mandato alle Nazioni Unite”, ha fatto sapere Draghi.
Su tutti “il problema dei diritti delle donne, di garantire loro il diritto all’istruzione e di non tornare indietro di 20 anni”.
Affrontare la crisi umanitaria, ha sottolineato il premier, "richiederà contatti con i talebani, ma questo non significa un loro riconoscimento”. Tutti stanno cercando di ottenere dal governo talebano la possibilità di “organizzare corridoio umanitari”, perché “c’è questa consapevolezza diffusa che ci sia lì ancora gente che vuole uscire, e che sia nostra reponsabilità prendersene cura”.
Assenti Putin e Xi Jinping, “è essenziale che partecipino al G20 in programma a fine mese in presenza a Roma”, ha detto Draghi, così come “è necessaria la presenza dell’India”.
La Commissione europea ha annunciato la messa in campo di un miliardo di euro in aiuti alla popolazione afghana. "Dobbiamo fare tutto il possibile per evitare un grave collasso umanitario e socio-economico in Afghanistan. Dobbiamo farlo in fretta", ha sottolineato la presidente della commissione Ursula von der Leyen.
Il presidente turco Erdogan ha posto l’accento sull’immigrazione: “La Turchia non può permettersi un nuovo flusso di migranti dall’Afghanistan”, ha detto, "ne sarebbero colpiti anche i Paesi europei”.
(Unioneonline/L)