Crisanti: “Stiamo preparando la strada a una nuova variante resistente al vaccino”
“Non è vero che non sta succedendo nulla, in Gran Bretagna la mortalità è aumentata di dieci volte. Non tutto si risolve con i vaccini”
Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
E’ sbagliato guardare ora solo i dati dei ricoveri e dei decessi: “E’ come guardare solo i fotogrammi di inizio e fine di un film invece di guardarlo tutto, significa non avere cognizione di ciò che avviene sui territori e andare alla cierca”.
Parola di Andrea Crisanti, che lancia l’allarme sui primi segnali di un aumento dei contagi in Italia e su quanto sta avvenendo in Gran Bretagna: “Vedere 60mila spettatori a Wembley dà un’idea rassicurante di normalità, ma si è data un’opportunità al virus di diffondersi. Johnson si è assunto un rischio, ma riguarda tutti. Ora siamo a un passo da una nuova variante resistente al vaccino, già la Delta fa diminuire del 30% l’efficacia del vaccino”.
"Non tutto si risolve coi vaccini” secondo il microbiologo, soprattutto con “un virus che cambia come questo”, perché “non abbiamo la capacità di aggiornare i vaccini alle varianti alla velocità con cui cambia il virus”.
E’ preoccupato Andrea Crisanti, e non lo nasconde ai microfoni di “L’Italia s’è desta”, su Radio Cusano Campus.
E’ come se volessimo “cambiare i parametri per tranquillizzare le persone”, afferma il microbiologo. Per vedere gli effetti dei contagi su ricoveri e morti è necessario attendere settimane infatti, e nella stessa Gran Bretagna “la mortalità è aumentata di dieci volte, quindi non è vero che non succede nulla”.
Definisce “molto pericolosa” la decisione politica di Johnson, perché “far correre questo virus” significa “creare nuove varianti più resistenti al vaccino”.
Sulla variante Delta. “Se uno è vaccinato con una singola dose può sviluppare una malattia anche grave sebbene con frequenza minore rispetto a un non vaccinato. Se uno è vaccinato con due dosi l’effetto della vaccinazione diminuisce del 30% secondo i dati di Israele”.
Guarda alle strategie dei Paesi dell’Est Crisanti: “Ce ne sono alcuni Covid free pur non avendo vaccinato in massa la popolazione. Penso a Nuova Zelanda e Corea del Sud, che hanno semplicemente implementato politiche per limitare la trasmissione del virus. A Singapore, dove c’è stato un focolaio in un aeroporto, hanno testato tutte le persone potenzialmente coinvolte nell’attività e l’hanno bloccato il focolaio”.
Qui invece si pensa di risolvere tutto con i vaccini, “ma non è così”.
(Unioneonline/L)