Covid, verso lo scioglimento del Cts. Ma è polemica sull’abolizione del Green pass
Abrignani: “Lo stato di emergenza non sarà rinnovato". Ma resta l’allerta, Gelmini: “No a fughe in avanti”
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Il prossimo 31 marzo potrebbe essere messa la parola fine allo stato d’emergenza in cui il Paese vive da due anni.
Stavolta non dovrebbe esserci una ennesima proroga, come confermato oggi dall'immunologo e componente del Comitato tecnico scientifico Sergio Abrignani.
E per questo anche il Cts dovrebbe essere sciolto: "Non credo - ha detto Abrignani - che verrà prorogato lo stato di emergenza e, quindi, si scioglierà anche il Cts. Non credo che dovremmo più vivere la situazione emergenziale che abbiamo vissuto in passato".
Proprio oggi dal simbolo della crisi pandemica, l'ospedale di Codogno, arriva la notizia che chiuderà per la seconda volta il reparto Covid che, nei prossimi giorni, tornerà reparto normale.
GREEN PASS SÌ O NO – Proprio il calo dell’allerta contagi fa aprire il tema del Green pass, con un dibattito acceso tra oltranzisti, che vorrebbero eliminarlo da subito, e attendisti, che preferirebbero rinviare ancora di qualche mese.
"Credo che davvero ci sia la prospettiva assolutamente positiva per questa primavera-estate ma la circolazione del virus tornerà a essere più significativa e a 'dare fastidio' nella stagione invernale prossima. Quindi dobbiamo graduare le scelte di apertura", spiega Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario del Galeazzi di Milano.
"La curva dei contagi si sta raffreddando e questo ci consentirà di allentare le misure ma senza fretta, senza fughe in avanti, senza sbagliare", afferma il ministro degli Affari Regionali, Mariastella Gelmini. Spingono sull'acceleratore una parte della Lega e Fratelli d'Italia ma anche una frangia del M5S che ha presentato una serie di ordini del giorno a Camera e Senato contro il Super Green pass. Contrario il presidente “sospeso" Giuseppe Conte: "Dire che siamo fuori dalla pandemia non è proprio corretto, stiamo transitando nella fase dell'endemia. È una prospettiva che ci conforta ma dobbiamo essere tutti d'accordo che non possiamo smantellare le misure di precauzione e protezione sin qui adottate".
L’OBBLIGO VACCINALE – Intanto, a due giorni dall'introduzione dell'obbligo vaccinale per i lavoratori over 50, sono pochi i disagi registrati. Secondo le prime stime, martedì scorso nella pubblica amministrazione sono stati presentati oltre 33mila certificati di malattia, più o meno in linea con quanto accaduto lo scorso anno. Quello che appare ormai assodato è che il numero di ultracinquantenni che non ha ricevuto ad oggi la prima dose resta inchiodato su 1,4 milioni, senza sostanziali diminuzioni. Difficile pensare, dunque, ad un'inversione di tendenza.
(Unioneonline/D)