Attesi oggi i dati Covid dell'Iss, che decreteranno i prossimi colori delle Regioni.

Il rischio, neanche tanto remoto, è che mezza Italia possa ridiventare arancione, anche se i governatori - Lazio, Friuli Venezia Giulia, Piemonte e Lombardia - che si affrettano ad anticipare i dati annunciando di "essere in regola" per restare in giallo.

Ma intanto c'è una regione, la Valle d'Aosta, che potrebbe invece essere la prima a diventare bianca, qualora venisse confermata per la terza settimana consecutiva l'incidenza di meno di 50 persone positive su 100mila abitanti, requisito necessario per passare al livello più basso della scala cromatica.

Quello che sembra ineluttabile, invece, pare essere il passaggio in zona rossa dell'Abruzzo, che ha già messo in lockdown le province di Pescara e Chieti. Scettico il governatore, Marco Marsilio, secondo il quale l'Rt sarebbe sceso da 1.22 a 1.17. "Per questo - dice - ci attendiamo che la cabina di regia confermi la classificazione in zona arancione".

Gli ultimi dati sul Covid confermano ancora l'ampia diffusione del virus nel nostro Paese, aggravata dalla presenza ormai accertata delle varianti, sulle quali è cominciata l'indagine dell'Istituto Superiore di Sanità. Per questo appare inevitabile il ricorso a chiusure e limitazioni, con la possibilità anche di ricalcare l'esempio dell'Abruzzo e individuare zone rosse localizzate nelle province. Un'opzione che potrebbe essere già sul tavolo del ministro della Salute, Roberto Speranza, e che va ad aggiungersi alla discussione sulla nuova cabina di regia e sullo 'snellimento' del Comitato Tecnico Scientifico. Interrogativi che dovranno essere sciolti in breve tempo dal neo-insediato premier Mario Draghi.

Intanto l'Unione Europea "promuove" la Sardegna, declassandola nella sua mappa dal rosso all'arancione, così come deciso anche per la Valle d'Aosta. Restano solo Umbria e province autonome di Trento e di Bolzano le uniche aree italiane ad alta incidenza di contagi.

(Unioneonline/F)
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