Covid, bollettino quotidiano in pensione? Idea del Cts: “Diventi settimanale”
In realtà il dibattito è più ampio e non verte solo sulla periodicità del bollettino, ma anche sui dati contenuti
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Mettere in soffitta il bollettino quotidiano sulla pandemia che da due anni ormai ci accompagna e sostituirlo con una comunicazione settimanale.
Se ne sta discutendo in seno al Comitato tecnico scientifico, che presto potrebbe portare la sua proposta al governo. Lo ha detto a Rai Radio 1 Donato Greco, infettivologo e membro del Cts: “Si tratta di una transizione naturale, sarebbe un’ottima idea. Noi del Cts stiamo discutendo se parlarne con il governo”.
Il dibattito in realtà è più ampio e verte anche, in una fase in cui quasi il 90% degli italiani è vaccinato, sui dati da fornire.
“Devono cambiare queste modalità di gestione, non dobbiamo continuare a contare come malati di Covid quelli che vengono ricoverati per un braccio rotto e poi risultano positivi al tampone”, le parole di Matteo Bassetti secondo cui “bisogna farla finita con il report serale, che nulla dice e a nulla serve se non a mettere ansia alle persone”.
"Che senso ha – continua il primario di Malattie infettive all'ospedale San Martino di Genova – dire che abbiamo 250mila positivi al tampone? Bisogna specificare se sono asintomatici, sintomatici, sono ricoverati, stanno a casa”. La cosa importante per Bassetti è “sapere quanta gente entra in ospedale con la polmonite da Covid, oggi questo virus per la maggioranza dei vaccinati dà una forma influenzale e gli ospedali sono pieni di non vaccinati”.
D’accordo con Bassetti il sottosegretario alla Salute Andrea Costa: “Ho proposto al ministro Speranza di fare una riflessione sull’attuale sistema di report, in questa fase è necessario soffermarsi essenzialmente sui dati delle ospedalizzazioni e occupazione delle terapie intensive”.
D’altronde anche il consulente della Casa Bianca Anthony Fauci afferma che “oggi è molto più rilevante concentrarsi sui ricoveri rispetto al numero totale dei casi”.
Ma il virologo Fabrizio Pregliasco avverte: “Se puntiamo tutto su ricoveri e decessi rischiamo di rimanere indietro rispetto all’andamento dell’epidemia”. E lo stesso sottosegretario Pierpaolo Sileri, pur ammettendo che “in questo contesto i dati su ospedalizzazioni, ricoveri in intensiva e decessi sono più importanti rispetto al mero conteggio dei positivi, spesso asintomatici”, sostiene che “nell’immediato, in attesa di evidenze conclusive sul passaggio da pandemia a endemia, è utile una comunicazione puntuale e trasparente di tutti i dati disponibili, accompagnata da un’adeguata interpretazione che aiuti i cittadini ad orientarsi meglio in questa nuova fase della pandemia”.
(Unioneonline/L)