Per circa 4 ore Martina Levato, condannata insieme al suo ex compagno Alessandro Boettcher per le aggressioni a base di acido a Milano, è stata ascoltata dal giudice minorile Emanuela Gorra.

Oggetto dell'incontro: il procedimento di adottabilità aperto per il figlio che la giovane ha avuto da Boettcher nell'agosto dell'anno scorso, e ora affidato al Comune e ospitato da una Casa famiglia.

"Sono pronta a tutto pur di tenere il mio bambino, anche a trasferirmi nel carcere di un'altra città", ha detto Martina, che ha chiesto anche di poterlo tenere con sé fino, almeno, a quando avrà sei anni.

Ha anche spiegato che non esiste più alcun rapporto con Boettcher: "Ad un certo punto mi sono accorta che lui voleva manipolarmi, così da metà gennaio ho deciso di sospendere i colloqui con lui. Per me è stato un gesto rivoluzionario quello di decidere di non parlagli più".

Più volte, nel corso dell'incontro, la ex studentessa della Bocconi si è commossa e ha chiesto scusa per "le cose folli" che ha commesso e ha detto di non riconoscersi più nella ragazza che due anni fa lanciava l'acido per cancellare il volto ai suoi ex amanti.

"Ho compiuto atti gravissimi - ha detto - e mi assumo le mie responsabilità. So di aver distrutto la vita a quei poveri ragazzi e compromesso per sempre la serenità delle loro famiglie. So anche - ha proseguito - di aver distrutto la mia famiglia. Sono molto dispiaciuta per quello che ho commesso e mi fa orrore. Vorrei che anche Alexander si prendesse le sue responsabilità".

La settimana prossima i giudici sentiranno anche il padre del bambino, poi fisseranno una data perché le parti depositino le loro conclusioni; la decisione potrebbe essere presa prima della pausa estiva.
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