Cartello in ebraico in un negozio a Milano: «I sionisti non sono benvenuti». Il titolare: «Tolto, interpretato male»
Il commerciante finito sotto accusa: «Noi siamo contro questa strage, per la pace. Loro l'hanno buttata sulla religione ma noi non parliamo di questo»Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Ha suscitato polemiche e proteste un cartello apparso a Milano sulla porta di una merceria nel pieno centro di Milano, a Moscova, con la scritta in ebraico “Israeliani sionisti non sono i benvenuti qui”, sotto a un altro cartello con la scritta Stop War e il disegno di due razzi, uno con sopra la bandiera palestinese e uno con quella israeliana.
A raccontarlo sui suoi social è stato Roberto Della Rocca, ex membro della Camera di commercio israelo-italiana. «Finchè c'è la scritta "stop the war" con un razzo con la bandiera israeliana e un razzo in direzione opposta con la bandiera palestinese, ci sta, potrei metterlo anche io», ha scritto. Ma il cartello in ebraico «per non dare nell'occhio» va oltre, dovuto a «malafede, spesso di matrice antisemita», o «acefalite».
«Io sono israeliano, io sono sionista (movimento di autodeterminazione di un popolo oppresso, discriminato, odiato, deportato, sterminato. Movimento che si rifà, tra l'altro, a quello risorgimentale italiano), quindi non posso entrare? Perché?», si è chiesto Della Roccam «Cosa ho fatto? Faccio parte di questo governo? No. Ho ucciso bambini? No. Abito in una colonia? No. E allora?».
Secondo il consigliere comunale milanese di Azione Daniele Nahum, una cosa del genere è frutto del «clima di tensione, che ha ormai sdoganato l'utilizzo di termini che fomentano l'odio antiebraico». Per questo, in una situazione in cui «potrebbe benissimo replicarsi anche in Italia» un attacco come quello al museo ebraico di Washington «serve una grande mobilitazione nazionale contro l'antisemitismo».
La condanna del cartello è stata bipartisan, dal consigliere dei verdi Carlo Monguzzi al deputato di FdI Riccardo De Corato. Nel frattempo però la scritta è stata tolta per «nostra sicurezza perché è stato interpretato male e mi dispiace e mi fa arrabbiare molto» ha spiegato il titolare della merceria di via Statuto. «Noi non siamo antisemiti e nemmeno razzisti. Non vogliamo essere manipolati», ha aggiunto. «Noi siamo contro questa strage, per la pace. Hanno interpretato male la scritta che c'era esposta, loro l'hanno buttata sulla religione ma noi non parliamo di questo. Parliamo di pace come ha detto il Papa al suo insediamento», ha aggiunto, «Noi siamo anche contro quello che sta succedendo in Ucraina».
E «non è vero che gli ebrei non sono ben voluti qui, abbiamo amici e conoscenti e anche gente che è venuta da noi a ringraziarci per la solidarietà che diamo al popolo palestinese», ha concluso, «Io faccio riferimento al massacro di civili, ogni popolo deve avere la sua nazione e doveva essere fatto tempo fa. Noi siamo dispiaciutissimi per quello che è successo».
(Unioneonline)