È in programma per oggi l'udienza in cui a Brescia verrà ascoltata una delle due presunte vittime degli abusi sessuali per cui un 78enne sardo è finito a processo. La più giovane, ancora minorenne, racconterà la sua versione su una vicenda cominciata nel 2012 ma che solo nel 2017, quando l'altra ha compiuto 18 anni, è venuta alla luce.

Quando erano solo due bambine di 11 e 9 anni, affidate dai genitori alla moglie del sardo, che ha casa nella Bassa bresciana, avrebbero subito una serie di violenze sessuali. Secondo quanto riporta la stampa locale, uno dei primi episodi si era verificato nell'estate 2012. L'uomo era sul divano insieme alla più grande, avrebbe iniziato a farle dei "grattini" sulla pancia per poi spostare le mani nelle zone intime, abbassandole i pantaloni per arrivare, in un'altra occasione, a praticarle sesso orale. La più piccola, invece, l'avrebbe baciata.

Da quanto si legge nel capo di imputazione, avrebbe comunque costretto entrambe a subire atti sessuali anche con l'uso della violenza. Ma lui respinge ogni accusa, proclama la sua innocenza, tanto che - difeso dall'avvocato Alberto Scapaticci - ha scelto la via del dibattimento.

Che qualcosa non fosse normale era emerso nel corso del periodo scolastico: la più grande delle due presunte vittime non andava bene negli studi ma i genitori e gli insegnanti non trovavano una spiegazione. Fino a quando aveva deciso di confidarsi con un'amica che però sembra non ricordare quanto ascoltato all'epoca. Ma per gli psicologi il racconto rispecchia la verità.

(Unioneonline/s.s.)
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