Baturi (Cei): «I giovani stranieri non sono un problema, ma una risorsa per il futuro»
Per l’arcivescovo di Cagliari valorizzare significa riconoscere e dare dignitàPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
«Finché continueremo a guardare i giovani di origine straniera come un problema da risolvere, costruiremo solo barriere invisibili. Ma se li vedremo come una risorsa, la loro presenza potrà diventare una benedizione per il nostro Paese».
Lo afferma monsignor Giuseppe Baturi, arcivescovo di Cagliari e segretario generale della Cei, introducendo il nuovo Rapporto Immigrazione 2025 di Caritas e Fondazione Migrantes, dal titolo “Giovani, testimoni di speranza”.
Secondo Baturi, non basta accogliere: è necessario valorizzare la partecipazione attiva dei giovani con background migratorio, riconoscendo il patrimonio di esperienze, culture, lingue e talenti che portano con sé. «Non sono solo destinatari di aiuto, ma protagonisti capaci di arricchire il tessuto sociale ed ecclesiale», sottolinea.
Ecco allora che per Baturi valorizzare significa riconoscere e dare dignità. «Non si tratta di 'integrare' per rendere tutti uguali, ma di creare un tessuto comune dove le differenze diventano possibilità di crescita». E per questo bisogna «favorire la partecipazione che vuol dire che ciascuno possa sentirsi parte viva della comunità, con diritti e doveri, con la possibilità non solo di ricevere, ma anche di dare».
Una sfida, che secondo il segretario della Cei, riguarda anche «La società civile e le istituzioni. La scuola italiana, spesso lasciata sola, svolge un ruolo decisivo, ma occorrono politiche lungimiranti, che non si limitino a gestire l'emergenza, ma investano con serietà nel futuro. La cittadinanza, il riconoscimento giuridico, la possibilità di sentirsi pienamente parte della comunità nazionale sono passaggi sempre più indispensabili».
(Unioneonline)