Lo Stato competente per l'esame delle richieste d'asilo è quello in cui il migrante arriva, e non quello a cui è presentata la domanda.

A stabilirlo è la Corte di Giustizia dell'Unione europea.

Una sentenza che conferma quanto contenuto nel tanto contestato regolamento di Dublino e mette in difficoltà l'Italia, primo Paese di approdo di decine di migliaia di richiedenti asilo ogni anno.

IL CASO - Il processo in esame, in particolare, riguarda un cittadino siriano e due famiglie afghane: questi, nel 2016, avevano varcato illegalmente la frontiera tra Croazia e Serbia e avevano domandato asilo in Slovenia e Ungheria ma, secondo la procedura confermata oggi, la richiesta doveva essere presentata in Croazia.

LE ECCEZIONI - L'unica eccezione alla competenza dello Stato di primo arrivo è prevista se "a seguito di un numero eccezionalmente elevato di cittadini di Paesi non Ue, esiste un rischio reale che l'interessato subisca trattamenti inumani o degradanti".

Ma questa crisi migratoria, per la Corte, sebbene sia un fatto eccezionale, non lo è abbastanza.

(Redazione Online/D)

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