A metà gennaio scade il Dpcm, ma le riaperture sono a rischio
Dal 7 gennaio torna la suddivisione in aree, entro il 15 arriverà un nuovo DpcmPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
L'Italia è zona arancione fino al 30 dicembre, dal 31 tornerà ad essere rossa, poi l'intermezzo del 4 gennaio da area arancione e il 5 e il 6 nuovamente in rosso. Dal 7 gennaio dovrebbe tornare la suddivisione delle Regioni tra gialle, arancioni e rosse a seconda dell'indice Rt e del livello di rischio.
Ma gli occhi sono già puntati verso il 15 gennaio, data di scadenza del Dpcm di inizio dicembre.
Slitteranno con tutta probabilità le riaperture di tutte le attività, e anche bar e ristoranti rischiano di restare aperti solo per pranzo, se restasse in vigore il coprifuoco.
La discussione è avviata, ma la decisione sarà presa a ridosso della scadenza, a seconda dell'andamento della curva dei contagi.
Palestre e piscine: se riapertura sarà, i limiti saranno ancora più stringenti. Si ipotizza un ulteriore contingentamento degli ingressi e il ripristino del divieto di accesso negli spogliatoi. Stop alle lezioni di gruppo, solo singole. Mentre in piscina si valuta l'ipotesi di una sola persona per corsia.
Teatri, cinema e sale da concerto sono destinati a rimanere chiusi. La preoccupazione è più per le code all'ingresso che per le presenze all'interno, che si possono distanziare. Più probabile che riaprano i musei, con un forte contingentamento degli ingressi.
Sicuramente resteranno chiuse le discoteche, mentre sulle piste da sci il Cts ha bocciato i protocolli
Capitolo bar e ristoranti. Vogliono ripartire a pieno regime. Ma se dal 7 gennaio tornerà la suddivisione in aree che consentirà l'apertura in quelle gialle solo fino alle 18, non è detto che possano riaprire anche la sera a metà gennaio. A meno che l'indice di contagio scenda sotto 0,5, infatti, potrebbe restare in vigore il coprifuoco.
(Unioneonline/L)