«La storia di Sara mi ha fatto male, ho riprovato il dolore passato. È per questo che oggi voglio essere la sua voce, quella che lei non ha più e che io, viva per miracolo, sento di doverle dare».

Valentina Pitzalis è al telefono dalla sua stanza d’ospedale a Milano, reduce da un intervento alla mano destra. Ne ha subito in tutto una trentina, finora, di operazioni chirurgiche al viso e all’unica mano rimastale.

Intanto gira l’Italia per incontrare i ragazzi nelle scuole e ha scritto un libro (“Nessuno può toglierti il sorriso”, Mondadori) sulla sua storia che, dice, «può servire da monito».

Lei è una sopravvissuta. È scampata alla morte la notte del 17 aprile 2011.

Bacu Abis, Carbonia. L’ex marito Manuel Piredda l’attirò nella trappola dell’ultimo appuntamento a casa e tentò di ucciderla col fuoco. Erano stati sposati per quattro anni. Anni di violenza psicologica, vessazioni, umiliazioni. «È per questo che dico: ascoltate i campanelli d’allarme, parlate, denunciate. Quel che io, purtroppo, non ho fatto». E oggi, davanti a tante altre storie come la sua, dice: «Io per questi uomini violenti chiederei l’ergastolo».

Oggi su L’Unione Sarda l’intervista completa
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