«Sin da ragazzo pensavo che i numeri e la matematica sarebbero stati il mio mestiere, ma va bene così: tutti i lavori onesti sono dignitosi, e pascolare le pecore non lo è di meno».

Dal Senegal, da cui è giunto una decina di anni fa avventurandosi in uno di quei viaggi della disperazione (ha attraversato il deserto rischiando la vita) di cui le cronache raccontano tragedie quotidiane, oltre che il ricordo si è portato appresso anche una valigia di sogni legati al suo diploma di ragioniere.

Ha penato, come continuano a penare migliaia di suoi connazionali qui in Sardegna.

Ma quelle speranze per una vita non più di stenti che affrontava cercando di vendere oggetti agli angoli delle strade vengono ora parzialmente esaudite accudendo un gregge.

Quella di David Senè è una storia di integrazione: da migrante a pastore. Quasi 44 anni, originario di un villaggio nei pressi della capitale Dakar, dove ha lasciato ad attenderlo moglie e cinque figli, ora vive a Carbonia.
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