L'avevano chiamata Speranza, ed era uno degli ultimi randagi recuperati in strada. Ma era troppo tardi e non ce l'ha fatta a riprendersi.

Una storia non a lieto fine, come altre vissute dai volontari dell'associazione "Impronte nell'isola" che, negli ultimi due anni, hanno trovato una famiglia a 110 cani, molti dei quali malandati e strappati a morte sicura.

Eppure - nonostante svolgano una funzione di pubblica utilità che pone rimedio all'insensibilità di altri - non hanno neppure la disponibilità di un terreno per sistemare i randagi che - quasi quotidianamente - mettono in salvo in attesa di adozione.

Nei giorni scorsi si sono trovati di fronte una situazione paradossale: il Comune ha negato loro la possibilità di avere un terreno, che sarebbe ideale per la loro attività, perché da anni concesso in comodato d'uso a un privato.

E ora sono pronti a dare battaglia, persino ricorrendo alle vie legali.
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