Iglesias: le lampade da miniera in una mostra al Museo dell'arte mineraria
C'è chi ama definirle le compagne fedeli di generazioni di minatori. E non a caso: squarciavano il buio cupo delle gallerie. Erano a olio - e poco efficaci - le più antiche.
Ad acetilene, chiamate comunemente a carburo, quelle successive. Si può provare a immaginare i volti segnati e gli occhi stanchi dei minatori, quando si osservano le lampade da miniera esposte al "Museo dell'arte mineraria".
Un'esposizione composta da un centinaio di lampade, raccolte in vent'anni di ricerche e custodite con cura dal collezionista Roberto Camedda, di Domusnovas, che ha lavorato per anni come addetto alla manutenzione meccanica nella miniera della Carbosulcis.
È lui l'artefice della mostra itinerante che l'APIMMG - l'associazione periti industriali minerari e minerari geotecnici che gestisce il Museo - non si è voluta lasciare sfuggire, per fare conoscere un altro pezzo di storia mineraria.
Una passione nata quando, da bambino, ascoltava i racconti del nonno minatore. E ancora si emoziona, quando ne parla.
Una mostra che tocca da vicino il mondo minerario, evidenzia Adriano Scussel, presidente dell'associazione.