Il presidente del Pdl, Pietro Pittalis, ha parlato di "scippo per la Sardegna", dall'opposizione del Pd (deputati Guido Melis e Giulio Calvisi) si è parlato di "tagli da ragioniere" per i tribunali, mentre per l'Idv Federico Palomba ha detto "no al ko dello Stato sociale" pronto a far barricate, così come si è detto contrario Sel. Anche per i Riformatori la manovra "è una rapina" e critiche pesanti sono venute dall'ex presidente della Regione il deputato Mauro Pili (Pdl). Fronte comune anche dal sindacato: per Cgil, Cisl e Uil è "un attacco senza precedenti" con conseguenze per la coesione sociale. Queste alcune delle ricadute del Decreto nell'isola:

- SANITA': dopo le prime minacce dei giorni scorsi che indicavano la chiusura immediata di 13 ospedali sardi (sotto gli 80 posti letto) il decreto non ha previsto tagli lineari ma una prescrizione perché entro il 30 novembre si dovrà raggiungere lo standard di 3,7 posti letto ogni mille abitanti. In Sardegna potrebbero esser a rischio un migliaio di posti letto ma sarà la Regione a stabilire come e dove. Salvi quindi, per ora, il Microcitemico a Cagliari, il Centro Traumatologico e ospedale Crobu a Iglesias, i presidi di Ittiri e Thiesi, il S.Camillo di Sorgono, gli ospedali di Ghilarza e Bosa, il S.Marcellino a Muravera, lo Zonchello di Nuoro, il San Giuseppe di Isili, l'ospedale marino di Alghero, e l'ospedale de La Maddalena. Per l'assessore della Sanità De Francisci parlare di chiusura per i piccoli ospedali "è inaccettabile. Ora pare che i tagli sulla sanità siano stati alleggeriti: sul 2012 di 900 mln; sul 2013 di 1,8 mld e di 2 nel 2014. Il provvedimento sulla spending review deve stimolare le amministrazioni a intervenire prima che siano imposte riforme dall'alto, per questo è necessaria una razionalizzazione del sistema sanitario".

- GIUSTIZIA: Se non vi saranno modifiche nella discussione in parlamento sul Decreto del Governo, firmato ieri dal Presidente della Repubblica, sono previsti tagli agli uffici giudiziari, dai tribunali alle sezioni distaccate, ai giudici di pace. Nell'isola chiudono le sedi staccate di Carbonia, Iglesias, Sanluri, Macomer, Sorgono, Alghero, Olbia e La Maddalena. Via anche i 41 giudici di pace attualmente operanti e che già in precedenza avevano avuto un ridimensionamento.

- PROVINCE: Alle quattro nuove province sarde (Olbia-Tempio, Ogliastra, Medio Campidano e Carbonia-Iglesias) la cui morte è stata decretata dai recenti risultati del Referendum si potrebbero aggiungere anche Nuoro e Oristano. Infatti il Decreto prevede la riduzione e l'accorpamento delle Province col criterio di almeno 350 mila abitanti che attualmente vantano solo Cagliari e, una volta soppressa Olbia, anche Sassari, mentre rimarrebbero sottopopolate quelle di Oristano e Nuoro.

- DIFESA: I tagli alle forze armate (per tutta la nazione di un mld di euro) interesserà anche alcune strutture e personale delle varie forze presenti nell'isola, fra cui la base militare di Elmas, dove attualmente lavorano complessivamente poco meno di 400 persone, già sede del 30/o Stormo antisom trasferito in Sicilia. Previste anche alienazioni di strutture e diminuzioni di organici (10%) con snellimento delle catene di comando.

- ENTI LOCALI: La manovra prevede un taglio dei trasferimenti a Regioni, Comuni e Province. Secondo il deputato Giulio Calvisi (Pd), la decurtazione dei trasferimenti alla Regione sarà di 76 mln nel 2012, 152 nel 2013, 228 nel 2014 per un totale di 456 mln di euro. Mentre i Comuni sardi dallo Stato ricevono attualmente, a titolo di trasferimenti erariali, meno di 300 mln e le Province una cifra inferiore ai 20 mln di euro, quindi la Sardegna concorre al taglio per il 2,5-3%. Secondo i calcoli di Calvisi i Comuni sardi perderanno 20 mln nel 2012 e 80 mln nel 2013, mentre per le Province si va verso l'azzeramento del residuo contributo statale.
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