I poliziotti hanno eseguito otto ordinanze di custodia cautelare, sei in carcere e due ai domiciliari. Nelle perquisizioni, trovata cocaina e marijuana nelle case di tre indagati arrestati in flagranza di reato.

«Mi fai avere due maglioni interi?» «Quando posso avere due birre ?» «Allora, signor Cannas arriva entro l'ora di pranzo?» Nomi in codice per non parlare direttamente di droga. La clientela - compresi alcuni sportivi famosi in città, militari, liberi professionisti con redditi importanti e qualche nome eccellente della Cagliari che conta - faceva l'ordine direttamente al telefono cellulare dello spacciatore di fiducia. La consegna delle dosi, quasi sempre cocaina, avveniva a domicilio. Un rapporto di fiducia per garantire discrezionalità e nessun problema. Un servizio impeccabile gestito da otto persone (quasi tutte residenti nei quartieri di Is Mirrionis e San Michele) che, secondo le accuse, tra il febbraio 2007 e maggio 2009 avrebbero rifornito di cocaina parecchie zone di Cagliari. Ieri mattina sono stati raggiunti a casa da otto ordinanze di custodia cautelare (sei in carcere e due ai domiciliari). Durante l'operazione della sezione criminalità organizzata della Squadra mobile, denominata Bancarella (dal lavoro di due arrestati, commercianti ambulanti nei vari mercati cittadini), sono state arrestate in flagranza di reato altre tre persone.

IL BLITZ L'elicottero del reparto di Abbasanta si è alzato in volo molto presto. Il quartiere di Is Mirrionis, alle sei, è stato circondato da una settantina di agenti (uomini della Squadra mobile, dei commissariati di Quartu e Carbonia, del reparto Mobile e della Squadra volante) e dai mezzi della Polizia. Devono essere seguite otto ordinanze di custodia cautelare, emesse dal Gip Roberto Cau su richiesta del pm Luca Forteleoni, e diciotto perquisizioni. È il frutto delle indagini condotte dagli investigatori della Squadra mobile, coordinati dal dirigente Oreste Barbella e dal vice Cosimo Bari. Con l'accusa di spaccio di sostanze stupefacenti sono finiti nel carcere di Buoncammino, Samuele Orofino (28 anni) calciatore dilettante di San Michele (incensurato), Massimo Zoncheddu (40) disoccupato di Sant'Avendrace, Raimondo Sanna (35) gestore di un locale, residente a San Michele, Umberto Pisano (45) commerciante ambulante di articoli casalinghi di La Palma, Giorgio Masala (41) commerciante ambulante di prodotti per la casa e abbigliamento residente alla Marina, Maurizio Nieddu (38) di Is Mirrionis. Durante le perquisizioni gli agenti hanno recuperato 100 grammi di marijuana nell'abitazione di Orofino e 50 di hascisc nella casa di Pisano. Antonio Degiorgi (42) di Is Mirrionis, dipendente di un'officina, e Franco Pistolesi (46) di Is Mirrionis sono finiti ai domiciliari.

LE PERQUISIZIONI Nell'inchiesta sono indagate altre dieci persone, residenti a Is Mirrionis, Sant'Avendrace, Decimomannu e Samassi. Nelle perquisizioni effettuate nelle prime ore del mattino sono finite in trappola altri tre presunti spacciatori, arrestati in flagranza di reato e accompagnati in cella. Nell'abitazione di Claudia Sanna (31 anni), disoccupata di San Michele, sono stati trovati 217 grammi di cocaina mentre a casa di Matteo Demuro (21), giovane di via Castelli, è saltato fuori un etto di cocaina. Il terzo arresto è avvenuto in un appartamento di via Salaris dove è stato ammanettato Roberto Cabiddu (39), originario di Uras, trovato in possesso di 200 grammi di hascisc.

LA CATENA «Le indagini», ha ricordato Barbella, «erano iniziate nel 2007. Durante un'altra inchiesta su una serie di incendi su commissione è spuntato il nome di Degiorgi». Gli investigatori hanno tenuto sotto controllo le telefonate del meccanico (che avrebbe effettuato le consegne di droga anche sul posto di lavoro) scoprendo così l'esistenza di una rete di traffico e spaccio di cocaina e hascisc. Non una vera e propria organizzazione criminale strutturata (per questo non è stato contestato il reato di associazione a delinquere) ma, come scrive il Gip nell'ordinanza, «una catena, con ogni spacciatore legato a una o al massimo altre due persone coinvolte nell'indagine. Gli altri erano degli sconosciuti». Come ha evidenziato il dirigente della Squadra mobile, «ognuno degli otto spacciatori gestiva i propri clienti, riceveva l'ordine sul telefono cellulare e consegnava la droga a domicilio. Qualche volta si affidava a “collaboratori” occasionali. Se non aveva a disposizione la droga si riforniva dallo spacciatore amico». Si tratterebbe quindi di otto “ditte individuali” al servizio di una clientela definita «prestigiosa».

MATTEO VERCELLI
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