DAL NOSTRO INVIATO

ANDREA PIRAS

Qualcuno, nei giorni scorsi, li aveva visti gironzolare più volte nel quartiere di Sa Turri, anche in via Amsicora, nelle vicinanze della casa di Maria Rosanna Carrus. Chi li ha notati ha poi raccontato questo importante particolare ai carabinieri la mattina dopo quella terribile notte, quando la povera donna, pensionata di 71 anni, vedova da tre, è stata prima uccisa e poi bruciata.

IN CARCERE Quei tre ragazzi, tra cui un diciassettenne, di cui i carabinieri seguivano le mosse da tempo (insieme a quelle del loro gruppo di sette, otto coetanei), sono ora in stato di fermo, dopo un interrogatorio fiume iniziato verso le quattro di notte nella caserma di Siliqua, neppure due ore dopo l'assassinio, e concluso all'alba di domenica, quando i pubblici ministeri Gilberto Ganassi della Procura ordinaria e Anna Cau della Procura minorile hanno firmato il provvedimento.

Uno dei tre ragazzi avrebbe parlato, gli altri due amici sarebbero ripetutamente caduti in contraddizione. Sarebbero loro i responsabili dell'efferato omicidio di via Amsicora, commesso nell'appartamento della pensionata che volevano svaligiare e che si è, nel giro di pochi minuti, trasformato in un teatro di morte e incredibile violenza.

Il giovane diciassettenne è stato trasferito nel carcere minorile di Quartucciu mentre i suoi amici sono stati rinchiusi a Buoncammino. Nelle prossime ore il giudice per le indagini preliminari dovrà decidere sulla convalida del fermo.

Pesanti le accuse (furto, omicidio volontario e distruzione di cadavere) da cui dovranno difendersi Francesco Pisu, che ieri ha compiuto 19 anni (tutelato dall'avvocato Carmelino Fenudi); Sariano Corda, 18 anni (l'avvocato è Carlo Pilloni) e un minorenne di 17 (Paolo Pisu il suo legale). «Sentirò questa mattina il mio assistito», conferma Fenudi, che incontrerà direttamente a Buoncammino il giovane diciannovenne. E molto probabilmente così faranno anche gli altri due avvocati, in attesa delle decisioni del Gip che potrebbe firmare già oggi la richiesta di custodia cautelare dei tre presunti assassini di Maria Rosanna Carrus.

I PARTICOLARI Intanto emergono particolari inquietanti sulla morte della donna. Maria Rosanna Carrus sarebbe stata colpita violentemente al capo e sul viso con un corpo contundente e soltanto dopo il suo corpo sarebbe stato avvolto in un materasso e cosparso di liquido infiammabile. Il fuoco, nelle intenzioni degli assassini, avrebbe dovuto cancellare ogni impronta, qualunque prova del loro passaggio e del raid all'interno dell'abitazione. Per poter essere sicuri che questo avvenisse, i killer hanno anche appiccato le fiamme al vicino garage confinante con la cucina rustica e un disimpegno. Da lì, dopo aver sollevato la serranda basculante, sarebbero entrati in casa. E lì, dov'erano parcheggiate due auto, una Cinquecento della donna e una vecchia Fiat Uno di proprietà di un'insegnante elementare di Siliqua, i killer avrebbero appiccato un altro incendio.

LA VOCE Una ricostruzione agghiacciante circolava ieri a Siliqua sulla terribile vicenda. Una voce incontrollata e insistente che non ha però avuto conferme ufficiali. La donna sarebbe stata uccisa il giorno prima e i suoi assassini sarebbero tornati sul luogo del delitto la notte successiva per completare l'opera, convinti che il fuoco potesse non soltanto spazzar via le loro impronte ma anche sviare le indagini dei carabinieri, facendo credere che la donna fosse morta per un incidente, per un incendio divampato improvvisamente nella sua casa.
© Riproduzione riservata