«Le recenti dichiarazioni della presidente del Consorzio industriale di Sassari, Simona Fois, che ha ribadito un “no secco” all’autorizzazione allo scarico a mare richiesta da Eni Rewind, istanza che, se andasse a buon fine, potrebbe mettere a serio rischio il posto di lavoro dei dipendenti del depuratore consortile dell’Asi, riportano al centro dell’attenzione un tema che richiede equilibrio, concretezza e senso di responsabilità».

È un invito al dialogo quello manifestato dal movimento autonomista Porto Torres Avanti, a seguito della richiesta di un nuovo scarico nel porto industriale di acque trattate per le procedure di bonifica da Eni. «Non servono contrapposizioni o sospetti, serve un metodo di lavoro condiviso, capace di tenere insieme ambiente, industria e occupazione», osservano gli esponenti del gruppo Porto Torres Avanti, Bastianino Spanu e Costantino Ligas, i quali considerano Eni e le sue società – Rewind, Versalis, Novamont– parte integrante della storia industriale e produttiva di Porto Torres.

«Sono una realtà che, se coinvolta in modo costruttivo, può contribuire in maniera determinante a una nuova fase di riconversione sostenibile e di rigenerazione economica del territorio».

Per questo motivo, il movimento propone la costituzione di un tavolo permanente di confronto tra Eni, Regione Sardegna, Comune di Porto Torres, Consorzio Industriale e rappresentanze sindacali, con l’obiettivo di «aggiornare il Protocollo sulla Chimica Verde, definendo nuove linee di sviluppo sostenibile coerenti con gli obiettivi europei di decarbonizzazione; programmare congiuntamente gli interventi di bonifica e rigenerazione delle aree industriali, garantendo controllo e tracciabilità ambientale; tutelare i livelli occupazionali e valorizzare le competenze locali, promuovendo una filiera industriale e dei servizi basata su innovazione e qualità e aprire un dialogo costante con la cittadinanza, perché trasparenza e partecipazione sono la base della fiducia».

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